Avvocato genovese arrestato per aver trattenuto soldi dei propri assistiti

Avvocato genovese arrestato per aver trattenuto soldi dei propri assistiti
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Si tratta di 817.326,18 euro nelle sue funzioni di amministratore di sostegno

Genova arresto

– All’alba di oggi, lunedì 4 dicembre, i militari del Comando Provinciale di Genova della Guardia di Finanza hanno posto agli arresti domiciliari, su ordinanza del Gip presso ii Tribunale di Genova, su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di un avvocato, nominato amministratore di sostegno in diverse procedure instaurate presso il Tribunale di Genova.

Il professionista è stato sottoposto ad indagini per i seguenti reati:

  • peculato aggravato (artt. 314, 61 n. 5, 7 e 11 c.p.), in quanto accusato di essersi appropriato, nell’ambito di quattro distinte procedure di amministrazione di sostegno di somme di denaro per complessivi 817.326,18 euro;
  • falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale (artt. 479, 61 n. 2 c.p.) perchè accusato di avere redatto mendaci relazioni periodiche di sintesi sull’andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate;
  • falsa perizia per errore determinato da inganno (art. 373, 48 c.p.). perche accusato di aver indotto in errore il Consulente tecnico del Giudice incaricato dal Giudice Tutelare di Genova di esaminare la gestione patrimoniale e la regolarità dei rendiconti presentati in relazione agli incarichi di amministratore di sostegno affidatigli.

Le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Genova sono state originate da segnalazioni trasmesse dall’Ufficio del Giudice Tutelare presso il Tribunale di Genova in relazione a pratiche di amministrazione di sostegno affidate all’indagato che indicavano una serie di irregolarità nella gestione dei patrimoni degli amministrati (della cui anziana età o complessiva situazione di fragilità l’indagato e accusato di aver approfittato) e la mancata presentazione dei rendiconti.

Dalla conclusione delle indagini è stato accertato che l’indagato, in assenza di preventiva autorizzazione del Giudice Tutelare e approfittando del proprio ruolo e del rapporto fiduciario instaurato con le famiglie degli assistiti, ha realizzato plurime operazioni di appropriazione ai danni degli amministrati, attraverso prelevamenti di denaro contante e bonifici disposti da conti bancari di questi ultimi in favore di propri conti personali.

Genova 1 arrestato amministratore di sostegno

<<Tali movimenti di denaro, spesso non rendicontati al Giudice Tutelare, venivano giustificati quali pagamenti di fatture (rivelatesi false) per compensi per assistenza legale o per altre prestazioni professionali di cui non è stata rinvenuta alcuna traccia – spiega il Procuratore della Repubblica Nicola Piacente -.

Inoltre, è emerso che, al fine di occultare le indebite operazioni di prelevamento da lui operate sui conti degli assistiti, l’avvocato ha formato relazioni periodiche di sintesi sull’andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate ideologicamente false, omettendo nelle stesse di riferire su circostanze rilevanti ai fini del controllo sulla regolarità della gestione.

Infine e emerso che in relazione ad una pratica di amministrazione di sostegno per la quale ii Giudice Tutelare di Genova aveva nominato un Consulente Tecnico incaricato di esaminare la gestione patrimoniale da lui condotta e la regolarità dei relativi rendiconti, l’indagato ha presentato al medesimo Ctu fatture false – in taluni casi riproducenti numeri e date relative ad altre fatture emesse nei confronti di altri clienti, in altri casi accertate essere duplicazioni di fatture precedentemente emesse nei confronti dello stesso assistito – quale giustificazione dei trasferimenti di denaro indebitamente effettuati dal conto intestato all’amministrato a favore del proprio conto personale>>.

Verso il professionista e stato inoltre eseguito un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni immobili e altri beni per un importo di 817.326,18 euro, pari alla somma complessiva di cui l’indagato e accusato di essersi indebitamente appropriato in danno dei propri amministrati.

Fatta salva la presunzione di innocenza – in base agli artt. 27 della Costituzione, 6 della Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo, 47 e 48 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea – delle persone sottoposte ad indagini preliminari, nonché la possibilità per le medesime di far valere, in ogni fase del procedimento, la propria estraneità ai reati per cui si procede.

 

G. D.