Clamoroso in Liguria, fuga dal PD: lasciano in 31 tra dirigenti, eletti, candidati

Clamoroso in Liguria, fuga dal PD: lasciano in 31 tra dirigenti, eletti, candidati
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Colpo di scena nel Pd, un gruppo con Lodi e Rossetti passano ad Azione di Calenda

Partito Democratico Ligure addio

– Hanno ratificato la loro decisione di lasciare il partito in una lettera indirizzata oggi, venerdì 8 settembre, ai segretari PD Davide Natale e Simone D’Angelo

<<Le sottoscritte e i sottoscritti dirigenti, elette/eletti e/o candidate/i nelle liste del PD genovese sono ormai convinte e convinti che il Partito Democratico abbia consumato lo scopo per cui era nato: fare sintesi e costruire una nuova grande forza politica che riunisse gli storici riformismi italiani.

L’ultimo Congresso nazionale è stato l’epilogo di un percorso nato con la scissione dei compagni di Articolo Uno a cui ha fatto seguito l’uscita del gruppo renziano.

La legittima e chiara vittoria alla segreteria di Elly Schlein ha palesato la volontà di ricostruire un partito che riunisca, dopo tante divisioni, le realtà che da sinistra non erano mai entrate o via via erano uscite. Una polarizzazione non tattica ma culturale. La messa in discussione del Manifesto del 2007 segna in modo netto e legittima il cambiamento, il superamento dell’obiettivo storico del PD e fa nascere una nuova stagione, un nuovo Partito con una netta svolta a sinistra, in cui viene sostanzialmente negato il processo articolato e faticoso, anche contraddittorio, del riformismo messo in campo negli ultimi dieci anni.

L’unica regione in cui gli iscritti hanno votato come il popolo delle primarie è la Liguria. Non casualmente. Da tempo lamentiamo che il PD in cui credevano, quello plurale, a Genova e in Liguria ha scelto alleanze e ha espresso posizioni tese a ricondurre il partito a mondi sociali e politici estranei al PD. Questa impostazione è causa di allontanamento di iscritte e iscritti, elettrici ed elettori ed ha aumentato la conflittualità interna e ha fatto perdere connessioni con mondi sociali, economici e culturali che non si riconoscono in questo PD.

Questa trasformazione non ci fa più sentire a casa né ci consente di percorrere una strada che non è la nostra, anzi, ci sembra di poterne rappresentare solo un intralcio e di essere sempre voce dissonante in un partito in cerca di identità. Scegliamo di uscire dal Partito per rispetto della comunità che rappresenta, ma anche in rispetto ai principi e ai valori che sono alla base del nostro impegno politico.

È il momento di agire con coraggio e aderire al progetto riformista di Azione con Carlo Calenda. Partito che fonda le proprie radici nella Costituzione, che non media per forza con il populismo dilagante, che sa e vuole mettere al centro la politica del cambiamento, persegue lo sviluppo e il benessere delle persone, insieme alla crescita economica e alla valorizzazione dell’ambiente. Con la stessa passione di sempre vogliamo contribuire a sviluppare una proposta politica rivolta a chi non si sente più rappresentato dal PD, ma che è contro l’estrema destra di governo; vogliamo continuare – con serietà, competenza e coerenza – a fare proposte e offrire soluzioni alternative al governo locale e nazionale tese ad allargare una coalizione che non ci condanni ogni volta a scegliere sempre il male minore.

Rimaniamo fermi e determinati nell’opposizione all’attuale governo genovese e ligure, sempre più convinti che il binomio Bucci – Toti non sia foriero di benessere e sviluppo della nostra terra.

Scegliamo di entrare a far parte della famiglia di Azione, il cui posizionamento è di netta opposizione rispetto all’attuale Governo nazionale. Azione è fortemente impegnata a sviluppare una concreta progettualità che unisca tutti i riformismi alternativi alle destre e al populismo e riapra e dia prospettive alle grandi questioni sociali del Paese: il lavoro, la sanità, la scuola, la transizione energetica. Un partito vocato a offrire idee e soluzioni, che coniuga i diritti con i doveri, fermo sulla scelta europeista ed atlantista, nel radicato antifascismo e che difende quanto le nostre madri e i nostri padri hanno, a suo tempo, conquistato. Azione ci ha convinto perché è il riferimento dei mondi economici, culturali e sociali che, a destra e a sinistra, non trovano per ora interlocuzione e rappresentanza>>.

  1. Michela Alessio (direzione provinciale PD, consigliera municipale)
  2. Manuel Aragundi (consigliere municipale)
  3. Dario Bagnasco (candidato lista PD)
  4. Maria Luisa Belgrano (direzione provinciale PD, già consigliere municipale)
  5. Carlo Berrino (assemblea regionale PD)
  6. Laura Boldi (candidata lista PD)
  7. Pasqualina Calisi (assemblea regionale PD, segreteria provinciale PD)
  8. Maria Luisa Centofanti (assemblea provinciale e regionale PD, già assessore municipio),
  9. Massimiliano Marotta (consigliere municipale)
  10. Monita De Ambrosi (candidata lista PD)
  11. Rita De Plano (assemblea provinciale PD)
  12. Fabio Ferrari (candidato lista PD)
  13. Nicola Fonsa (assemblea provinciale PD, candidato liste PD),
  14. Giovanni Inguglia (assemblea regionale PD, candidato lista PD)
  15. Paolo Insogna (candidato lista PD)
  16. Cristina Lodi (assemblea nazionale PD, consigliera comunale)
  17. Maria Antonietta Menchise (assemblea regionale)
  18. Antonio Marani (già assessore di Municipio)
  19. Fabrizio Maranini (direzione provinciale PD, candidato lista PD)
  20. Domenico Morabito (consigliere municipale)
  21. Aldo Moretti (assemblea regionale PD)
  22. Paolo Ottonello (ex sindaco di Masone)
  23. Paola Perfumo (consigliera municipale)
  24. Marco Pinna (già consigliere municipale)
  25. Antonio Revello (assemblea regionale PD, già assessore Camogli)
  26. Sergio Rossetti (consigliere regionale)
  27. Patricia Rossi Rodriguez (assemblea provinciale PD)
  28. Antonella Rossini (assemblea provinciale PD)
  29. Giovanni Sacco (candidato lista PD)
  30. Rinaldo Sironi (commissione di garanzia regionale PD)
  31. Michele Versace (consigliere municipale)

Rossetti: «Oggi si conclude la mia esperienza nel PD, aderisco ad Azione»

«Oggi si conclude la mia esperienza di dirigente del PD – afferma il consigliere regionale Sergio Rossetti (nella foto) – Una scelta meditata, sofferta, ma ormai inevitabile. Dopo tanti anni di militanza constato che il tentativo di fare sintesi dei riformismi liberali, socialisti, popolari, comunisti si è esaurito. Si volevano mettere insieme famiglie politiche diverse, ma il processo si è bloccato da tempo e, dopo le scissioni, si è imboccata la direzione della polarizzazione a sinistra.

Il successo alle primarie di Elly Schlein è l’esito di un percorso che via via si è sviluppato dentro e fuori il partito che da partito di Centro Sinistra si è trasformato in un partito senza il centro.

Una radicalizzazione della posizione che considero legittima, che è profonda e che non condivido. Spesso il segretario nazionale ha caratterizzato l’identità del partito (Bersani, Renzi, Zingaretti), ora il cambiamento è strutturale e si è affermato con la modifica del Manifesto di Veltroni del 2007.

Anche in Liguria, negli ultimi tre anni, a esclusione del Comune di Savona, il partito ha caratterizzato ogni sua scelta all’insegna della negazione dei processi riformisti e di governo degli anni precedenti, scegliendo alleanze e rappresentanti che hanno rigorosamente confermato questa direzione. Mi sento dunque in una casa diversa da quella che volevamo costruire e nel rispetto della comunità del partito, ma anche dei principi e dei valori che mi hanno spinto a impegnarmi nella pubblica amministrazione e in politica, ho dato le dimissioni dal Partito e dal Gruppo Consiliare del PD – Art. 1.

Insieme ad altri dirigenti genovesi del PD abbiamo aderito – con entusiasmo e coraggio – ad “Azione” di Carlo Calenda, allo scopo di dare un contributo collettivo a questa giovane forza politica che si dichiara antifascista ed è fortemente impegnata a sviluppare una concreta progettualità che unisca tutti i riformismi alternativi al populismo e alle destre e tenga il punto sulle grandi questioni sociali ed economiche del paese.

In Azione continuerò l’opposizione rigorosa e costruttiva al Centro Destra Regionale guidato dal presidente Toti, di cui diamo un giudizio negativo, e come sempre sarò in prima fila nell’affrontare i problemi della maggioranza delle persone, quelli che vivono sulla propria pelle la crisi del mondo del lavoro, che soffrono la crisi della sanità, che vorrebbero una scuola e un sistema formativo più forte, che subiscono la drammatica situazione idrogeologica in cui versa il nostro territorio, che sperano in un processo di sviluppo economico che faccia crescere il benessere delle proprie famiglie salvaguardando l’ambiente e a far tornare le persone a vedere orizzonti migliori per la loro vita.

Nelle prossime settimane – conclude Rossetti – apriremo, insieme ai tanti amici e alle tante amiche con cui abbiamo condiviso questa scelta e con chi è già impegnato in Azione, una nuova stagione di ascolto e di accoglienza degli elettori e delle elettrici e dei mondi del sociale, dell’economia e della cultura che non trovano riferimenti e rappresentanza nelle destre e nella sinistra».

 

G. D.