Frode di 3.5 milioni, denunciati 493 percettori reddito cittadinanza, ad Asti
Denunciato anche il titolare del Caf dove i soggetti, tutti extracomunitari, hanno presentato le domande
Finanza Asti reddito cittadinanza – Grosso colpo dei finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, che, su segnalazione del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma, hanno individuato e denunciato 493 percettori del Reddito di Cittadinanza.
Attivata immediatamente l’azione di recupero delle somme già liquidate nonché la procedura del blocco dei contributi richiesti ma non ancora erogati, scongiurando un danno al bilancio pubblico per oltre 1 milione di euro.
Le complesse indagini, iniziate nel marzo 2022, in particolare dalle Fiamme Gialle di Canelli (AT), sono partite dalle informazioni contenute nelle banche dati messe a disposizione dall’Inps, con la verifica di oltre mille autocertificazioni, presentate tutte presso lo stesso Caf avente sede a Torino, da soggetti extracomunitari, perlopiù di nazionalità nigeriana e marocchina.
Uomini e donne di giovane età, intorno ai 30 anni, che hanno dichiarato falsamente nelle domande di Reddito di Cittadinanza di soggiornare stabilmente in Italia da più di dieci anni (tenuto conto che la legge prevede che il richiedente il sussidio debba essere residente in Italia da almeno dieci anni e che lo sia stato continuativamente negli ultimi due anni) o sono risultati sprovvisti del previsto requisito del permesso di soggiorno di lunga durata.
L’indagine fa seguito a una prima fase conclusasi nell’aprile 2022, che aveva portato alla luce oltre 1.600.000 euro di importi indebitamente percepiti da parte di 250 richiedenti il sostegno economico. A questi si sono aggiunti ora al termine dell’operazione “Free Time” altri 242 denunciati all’Autorità Giudiziaria, che hanno ottenuto il beneficio senza averne titolo.
È stato denunciato anche il titolare del Caf torinese, responsabile della fase istruttoria e della trasmissione telematica delle istanze incriminate, che dovrà rispondere del reato di truffa aggravata ai danni dell’Inps e dell’indebito ottenimento del Reddito di cittadinanza, poiché egli stesso è risultato beneficiario senza averne i requisiti.
Addirittura, quattro dei percettori incriminati sono risultati titolari di partita Iva ma evasori totali, perché non hanno presentato, per due o più annualità, le previste dichiarazioni annuali dei redditi omettendo di dichiarare 500.000 euro di corrispettivi per lo svolgimento di attività nel settore dell’edilizia.
Il procedimento penale si trova ancora nella fase delle indagini preliminari e che la responsabilità degli indagati sarà definitivamente accertata solo nell’ipotesi dell’emissione di una sentenza irrevocabile di condanna.
G. D.