Follia in carcere a Marassi: detenuti tentano di incendiare le celle
Sindacato Sappe: “Così non si puo’ più lavorare”
Genova Marassi
– Ieri, sabato 19 agosto, è stata una giornata di ordinaria follia penitenziaria, quella vissuta nel carcere di Marassi a Genova e che ricostruisce il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) tramite il segretario regionale Vincenzo Tristaino.
<<Ieri, due detenuti hanno cercato di dare fuoco in Sesta Sezione nelle rispettive celle. Solamente grazie al tempestivo intervento dei poliziotti si è evitato il peggio – spiega Tristaino -.
Il Sappe evidenzia come senza la professionalità e l’alto senso del dovere profuso da tutto il personale di Polizia Penitenziaria, questi gravi eventi avrebbero di certo prodotto conseguenze molto più destabilizzanti.
Non passa giorno che non si verificano aggressioni, incendi ed altri gravi eventi critici nei confronti della Polizia Penitenziaria che presta servizio nelle carceri per adulti e minori della Nazione e di quello che opera nelle carceri della Liguria in particolare.
Siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze e situazioni di grande allarme, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale conclude Tristaino -, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno>>.
Su Marassi interviene anche il segretario generale del Sappe Donato Capece.
<<Così non si può andare avanti! Le colleghe ed i colleghi della Liguria, attraverso il Sappe, tornano a sollecitare le istituzioni penitenziarie affinché adottino con urgenza provvedimenti concreti ed urgenti per fronteggiare la grave situazione che sta contraddistinguendo negativamente le strutture detentive regionali – tuona Capece -.
Servono fatti! È stato un grave errore politico sopprimere, a Genova, il Provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, accorpando tutto a Torino, che non a caso manda tutti i detenuti più problematici dal Piemonte e dalla Valle d’Aosta in Liguria.
Già si sta prevedendo la riapertura del Provveditorato regionale a Pescara. Genova deve essere messa in condizione di avere un proprio Provveditorato regionale, con una piena autonomia organizzativa e gestionale da parte di un Dirigente, certamente utili ai servizi di Polizia Penitenziaria ed alla gestione dei detenuti.
Per questo mi auguro venga presto votato e approvato all’unanimità in Regione Liguria l’ordine del giorno (a firma del capogruppo di FdI Stefano Baleari e dei consiglieri regionali Sauro Manucci e Veronica Russo) con cui si impegnano il presidente Giovanni Toti e la Giunta regionale ad intraprendere tutte le azioni e le interlocuzioni necessarie, nelle sedi istituzionali che riterrà più consone ed opportune – conclude Capece -, affinché la Liguria possa tornare ad ospitare la sede del Provveditorato per l’Amministrazione Penitenziaria, al fine di porre prontamente rimedio alle continue e numerose problematicità, che stanno quotidianamente emergendo negli Istituti di pena regionali>>.
Capece rammenta infine che “tutti i giorni i poliziotti penitenziari in servizio nelle carceri liguri devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di avere, a propria tutela, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit antiaggressione, guanti antitaglio, telecamere portatili, per altro promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui in periferia non c’è traccia alcuna”.
G. D.