Incontro carenza medici nell’entroterra: tante ombre, poche luci!

Incontro carenza medici nell’entroterra: tante ombre, poche luci!
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Urbe 13 luglio – Reportage incontro sulla sanità – Grazie a Matteo Serlenga per l’articolo

La notizia di ieri https://www.redazionenews.it/attualita/2020/07/13/sassello-stella-urbe-carenza-dei-medici-nellentroterra-se-ne-parla-oggi-a-urbe-con-anci-regione-asl/

Ieri, lunedì 13 luglio dalle ore 18 alle ore 21 si è svolto, nel teatro della scuola “Don Nando Canepa” di Urbe, l’incontro organizzato da Anci sulle criticità e sui possibili interventi riguardo la sanità che interessano il vasto territorio compreso tra il savonese e il genovesato compreso nell’area interna “Beigua-Sol”, che soffre la sempre più forte carenza di medici sul territorio e la distanza dai principali ospedali.

All’incontro hanno partecipato i sindaci e i rappresentanti dei comuni interessati (Stella, Sassello, Urbe, Tiglieto, Rossiglione, Campo Ligure, Masone, Mele), Pierluigi Vinai (direttore Anci Liguria), Paolo Cavagnaro (Asl 2 Savonese), il dr. Luca Corti (Ordine dei Medici di Savona), il consigliere regionale Paolo Ardenti, Sonia Viale (assessore alla sanità Regione Liguria), nonché i rappresentanti delle pubbliche assistenze locali e della Croce Rossa.

Le criticità sono state ben esposte ai presenti dal sindaco di Urbe, nonché referente dell’Area Interna Beigua-Sol, Fabrizio Antoci: “Mancano i medici di base a Urbe”, spiega il sindaco, “a Sassello ci sono due medici, che coprono anche Mioglia e Pontinvrea. Il rischio concreto è, da ottobre (con il pensionamento del medico di base, n.d.r.) quello di rimanere scoperti e isolati dagli ospedali”.

Ci sono però i fondi di Aree Interne, che, come ricorda Vinai, “Ammontano a un milione e quattrocentomila euro, da destinare ai progetti di infermiere di comunità, ai servizi di telemedicina e telediagnostica e al progetto delle “residenze aperte”, ossia alla possibilità delle residenze protette di “aprirsi” agli interventi di specialisti e professionisti”.

Progetti che, come spiega Paolo Cavagnaro di Asl 2 Savona, “Sono già sperimentati in Val Bormida nei comuni più piccoli. Sono inoltre stati individuati gli infermieri di comunità” aggiunge Cavagnaro “e il medico di base di Sassello sarà disponibile anche per Urbe”. Questo in virtù anche dell’unione formale e della rete che vi è tra i due comuni alle spalle del Beigua; sempre a proposito di “rete”, è necessario che anche quella internet venga potenziata, proprio per garantire il successo di queste iniziative.

E i medici? “Tanti medici andranno in pensione”, spiega il dr. Corti, “e ci saranno problemi di ricambio generazionale”, sottolineando la tragica situazione in cui versa il nostro paese, dove tantissimi dottori freschi di laurea non riescono ad accedere ai pochissimi posti di specializzazione. Ma non solo: “i medici ci sarebbero, ma la maggior parte vengono dai centri urbani come Genova e molti non vogliono venire a lavorare a ponente o nell’entroterra”.

Una situazione surreale che rischia di rendere ancora più disagiato un territorio già fragile, vittima di un grave spopolamento e del dissesto idrogeologico, ma anche di divisioni territoriali (Urbe e Tiglieto su due Asl e province diverse, ad esempio) che lo rendono poco appetibile ai medici, che preferiscono lavorare in territori dove il bacino di utenza è molto più ampio.

Una realtà ricordata dal sindaco di Tiglieto (nonché cardiologo) Giorgio Leoncini, che ricorda di come, ai tempi, “La guardia medica di Urbe non poteva superare il ponte sull’Orba e dirigersi a Tiglieto”. Il sindaco inoltre ha chiesto all’assessore regionale alla sanità Viale “una maggior attenzione alle urgenze e ai voli notturni dell’elisoccorso”, in quanto interventi repentini andrebbero a salvare la vita di molte persone, soprattutto chi soffre di problemi di cuore.

Dello stesso parere i sindaci di Rossiglione e Masone, che sottolineano inoltre la difficoltà in cui versa la Valle Stura, ormai sempre più “isolata” a seguito degli interventi di Società Autostrade nella autostrada A-26, e la difficoltà di comunicazione che si verificò a inizio emergenza sanitaria tra Comuni e Alisa.

Non sono mancati poi gli interventi e le richieste all’assessore da parte degli esponenti delle pubbliche assistenze e della Croce Rossa, che in questi periodi di emergenza sanitaria (e non solo) sono stati sempre in prima linea di fronte alle difficoltà, con il bello e il cattivo tempo, sette giorni su sette, ventiquattro ore su ventiquattro.

Matteo Serlenga