Covid-19, Matteo Bassetti nuove considerazioni sugli sviluppi del virus
Le domande sono tante, le risposte meno, ma alcune certezze ci sono
il prof. Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino, venerdì scorso 3 luglio, scrive <<Dall’apertura del lockdown nonostante alcuni catastrofisti che “aspettavano sulla sponda del fiume” o “vedrete tra 15 giorni che saremo da capo”, abbiamo assistito ad un calo progressivo di casi clinici e di numeri del Covid-19. Ciò è avvenuto piuttosto rapidamente, più rapidamente delle aspettative.
In particolare in Liguria, una delle regioni più colpite dall’emergenza Covid-19, da un picco di 178 ricoverati in terapia intensiva siamo a 3 (e tutti che risalgono a malati Covid-19 di vecchia data), da un picco di ricoverati in ospedale di 1320 siamo a 44, sono 5 giorni che siamo a 0 decessi e tamponi positivi (attenzione NON malati ma unicamente riscontro di positività al tampone) siamo a 2; praticamente la malattia sembra essersi spenta visto che il periodo di “contagiosità” della malattia, al massimo dura circa 1 mese.
Mi sembra un dato assolutamente positivo e confortante perché siamo a più di due mesi dall’apertura dopo il lockdown e praticamente non vediamo più la patologia da Covid, ma solo positività al tampone in soggetti asintomatici o poco sintomatici. Dati simili provengono da quasi tutte le altre regioni italiane dove ormai i ricoveri ospedalieri totali sono sotto le mille unità e quelli in terapia intensiva a meno di 100.
Ma più che prendere atto di questi (fortunatamente) incoraggianti ed oggettivi dati la domanda che si fanno tutti è perché’? Come mai la malattia clinica è praticamente (almeno in Liguria e nel nord Italia dove il virus ha colpito duro) sparita clinicamente?
Varie sono state in queste settimane le ipotesi, tutte suggestive in attesa di essere provate in laboratorio: il virus è mutato in una forma più lieve? La carica virale è diminuita? Il virus si è adattato all’ospite? il virus viene disattivato dal caldo e dagli ultravioletti? Vedremo…
E’ di oggi uno studio interessantissimo del Karolinska Institute e del Karolinska University Hospital di Stoccolma (Svezia) che potrebbe spiegare perché nonostante le “movide” e la pressoché totale apertura continuano a calare i casi in zone particolarmente colpite come le nostre… la risposta sarebbe perché la maggior parte di noi ha immunità che è difficile da rilevare…. una immunità molto maggiore di quella rilevata dai test sierologici che hanno il grosso limite di una bassa sensibilità. Lo studio che è una nuova ricerca mostra che molte persone malate di Covid-19 in modo lieve o asintomatico — e che dunque non si sono, in moltissimi casi, mai rese conto di aver contratto la malattia — hanno sviluppato la cosiddetta «immunità mediata da cellule T» a SARS-CoV-2, anche se non risultano positivi agli anticorpi nei test sierologici. Secondo i ricercatori, in altre parole, ciò significa che probabilmente più soggetti nella popolazione hanno sviluppato immunità al SARS-CoV-2 rispetto a quanto suggerito dai test anticorpali.
Questa ricerca potrebbe anche spiegare come mai alcune persone che si sono ammalate di Covid-19 non risultano positive ai test sierologici, focalizzando l’attenzione su un’altra parte della risposta del sistema immunitario alla malattia. Insomma estrapolando il messaggio del lavoro, il fatto che il virus sia molto più innocuo deriverebbe da una elevata percentuale di immuni che non permettono al virus di replicarsi.
I test sierologici sono stati testati su malati molto gravi, con cariche virali e rispettive risposte anticorpali elevate e pertanto la sensibilità del test (che si intende la capacità di un test di identificare correttamente il soggetto colpito dalla malattia) di ca l’80%. Probabilmente è stata sovrastimata e non di poco; pertanto i reali immuni sono molti di più.
Questo lavoro originale – conclude il direttore – potrebbe rappresentare quindi una spiegazione “scientifica” e non solo ipotetica e deduttiva dell’attuale comportamento clinico benigno della pandemia. Ovviamente se ciò sarà confermato da altri studi, la pandemia “potrebbe avere meno frecce nel proprio arco”. Speriamo sia così>>.
Lo speriamo tutti.
G. D.