Antimafia. Savona: contatti con le cosche reggine
Il Ministero dell’Interno ha pubblicato la relazione semestrale sulla “attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia” fra gennaio e giugno 2019
Si tratta di un report molto interessante di quasi settecento pagine, riportiamo quanto riguarda la provincia di Savona:
<<Le evidenze giudiziarie degli ultimi anni – inizia la relazione sul savonese – hanno confermato l’esistenza di proiezioni extraregionali delle cosche reggine Palamara-Morabito-Bruzzaniti, Piromalli e Raso-Gullace-Albanese nella provincia di Savona (Il 5 agosto 2019, nelle province di Savona, Alessandria e Reggio Calabria, la Dia di Genova, coordinata dalla Dda reggina, ha eseguito un decreto di sequestro nei confronti di esponenti di vertice della cosca Raso-Gullace-Albanese. Il provvedimento ha riguardato conti correnti, depositi bancari, quote di partecipazione e patrimonio aziendale di sette società, 21 beni immobili, fabbricati e 36 terreni, numerosi conti correnti e beni mobili riconducibili alle società sequestrate in provincia di Reggio Calabria, Savona ed Alessandria, per un valore complessivo di circa 15 milioni di euro. Il provvedimento ablativo sarà approfondito nella prossima relazione semestrale).
Quest’ultimo sodalizio risulta connesso con altri gruppi famigliari calabresi, come i Fameli di San Ferdinando di Rosarno (Rc) e i Fotia di Africo (Rc), i cui componenti sono stati oggetto d’indagini preventive e repressive della Dia (In particolare, nell’ambito dell’inchiesta “Alchemia” del 2016, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria (Occc n. 5953/11/21RGNR- 4109/12 Rggip, emessa dal Gip del Tribunale di Reggio Calabria il 14 luglio 2016, conclusasi con l’esecuzione di 40 provvedimenti cautelari personali, oltre a 22 provvedimenti ablativi relativi a società gestite da terzi interposti. In particolare, il capostipite della cosca Fameli è emerso quale riciclatore per conto dei Raso-Gullace-Albanese. Per quanto concerne i Fotia, legati per vincoli di parentela ai Morabito-Palamara-Bruzzaniti, sono da tempo attivi sul territorio savonese nel settore dell’edilizia e del movimento-terra, evidenziandosi anche per illeciti finanziari, pratiche corruttive finalizzate al condizionamento di gare d’appalto pubbliche, intestazioni fittizie di attività economiche a prestanome.).
Tali gruppi avevano costituito, nel savonese, realtà imprenditoriali di rilievo, ritagliandosi posizioni dominanti in settori produttivi tipici, quali quello edilizio, immobiliare e del movimento terra, gestiti sia direttamente che attraverso la schermatura di prestanome.
Allo stato non si registra l’operatività delle organizzazioni criminali siciliane e campane.
In merito ai gruppi di matrice straniera, si segnala l’operazione “Sharks” conclusa dalla Polizia di Savona con l’arresto di 8 soggetti, partecipi di un’associazione per delinquere composta da italiani e lituani, finalizzata al riciclaggio, alla ricettazione e alla truffa, reati aggravati dalla transnazionalità.
L’organizzazione – continua – aveva basi logistiche nel Ponente Ligure, ad Albenga e Bordighera, e collaborava con un sodalizio criminale lituano operante in Germania, Belgio e Olanda, dal quale otteneva autovetture di lusso rubate in vari Paesi europei. Da segnalare l’operato di un soggetto originario di Reggio Calabria, ma dal 2012 residente ad Albenga (Sv) – già coinvolto, nel 2011, nell’ambito dell’operazione “Lypas” della Dda di L’Aquila – per concorso esterno in associazione di tipo mafioso e trasferimento fraudolento di valori. Questi si è rivelato punto di riferimento dell’organizzazione, collaborando nella commercializzazione dei documenti falsi e dei veicoli rubati.
Sul territorio risultano particolarmente attivi anche gruppi di extracomunitari di origine africana ed albanese, dediti sia al traffico che allo spaccio di stupefacenti (Ad esempio, si segnalano: l’arresto in flagranza di reato di un cittadino nigeriano, il 19 febbraio 2019, ad opera della Squadra Mobile di Savona per la detenzione di kg. 13 circa di marijuana; l’arresto in flagranza di reato del 28 febbraio 2019, ad opera dei Carabinieri di Savona, di due cittadini marocchini per detenzione di circa kg. 90 di hashish importata attraverso il porto di Genova e destinata alle piazze liguri ed al mercato del basso Piemonte; l’arresto in flagranza di reato del 17 giugno 2019, ad opera della Polizia di Stato di Savona di un cittadino albanese, rintracciato al casello autostradale di Albisola (Sv) con circa kg. 30 di marijuana occultata all’interno del proprio autoveicolo.), nonché altre organizzazioni criminali, come quella cinese, dedite al favoreggiamento all’immigrazione clandestina, finalizzata anche allo sfruttamento della prostituzione.
In proposito – conclude la relazione sulla provincia di Savona -, il 29 maggio 2019 i Carabinieri di Savona hanno arrestato 4 soggetti (3 donne cinesi ed un italiano), ritenuti responsabili di sfruttamento della prostituzione di ragazze cinesi e favoreggiamento all’immigrazione clandestina>>.
G. D.