Commissario peste suina al lavoro, comprensorio verso nuove chiusure?
Finora si sono persi quattordici mesi in parole e in una inutile recinzione, il territorio ha bisogno di fatti
È confermato, il direttore generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche Vincenzo Caputo è il nuovo commissario straordinario per la gestione della peste suina africana.
Ieri il neocommissario ha incontrato il suo staff per una prima riunione di lavoro (nella foto).
Al momento non ci sono ancora dichiarazioni ufficiali e quindi non si conoscono le azioni di Caputo per debellare la malattia, se non da alcune interviste rilasciate ai media.
Il suo compito principale sarà quello di contrastare la peste suina africana e su questo il commissario si è dato un tempo di almeno tre anni. Tre anni che dovranno rapportarsi con le esigenze del territorio, dove vivono e operano aziende del tempo libero, agricoltori, servizi turistici e luoghi di villeggiatura che fanno dell’ambiente una delle loro risorse principali.
In una recente intervista alla Rai il neocommissario alla domanda sul depopolamento e chi lo praticherà (esercito, cacciatori, volontari, guardie specializzate…), ha evidenziato quanto per lui sia importante la componente pubblica di uomini e donne specializzate e che il volontariato debba essere coordinato dal pubblico. Non certo un’apertura incondizionata verso i cacciatori.
L’intervista ha coinvolto anche il precedente commissario Ferrari, spesso attaccato per la scelta di non puntare sugli abbattimenti massicci: <<Non mi sento di accettare questa critica perché non è così – ha spiegato Ferrari alla Rai -, ho seguito le indicazioni del gruppo degli esperti che diceva che all’interno della zona di restrizione c’era il virus e non si poteva andare a caccia. Cacciare in zona infetta, magari in braccata, con i cani come chiedono i cacciatori, può portare all’estensione del virus ben oltre i suoi confini>>.
Anche su questo vedremo se il nuovo commissario la penserà come il vecchio, poiché puntare sugli abbattimenti fuori dalla zona rossa potrà risolvere poco, visto che la recinzione nella zona di protezione si è dimostrata fragile e facilmente superabile da ungulati di 30/100 chili, con la malattia che si sta estendendo a prescindere dai colori.
Siamo a marzo, alle porte di una stagione turistica dove le attività outdoor, il terziario, le aziende agricole e la stagione dei funghi, che spesso inizia a maggio, stanno aspettando risposte da 14 mesi, vedremo se il nuovo commissario saprà darle.
G. D.