Sassello, trovato cinghiale morto con cartello “negativo psa, positivo piombo”
Il commissario straordinario della peste suina sul mancato depopolamento degli ungulati: c’è bisogno di finanziamenti
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Il commento del sindaco di Sassello Buschiazzo QUI
Sassello – Stanotte, domenica 5 febbraio, lungo la strada che scende dal centro verso la frazione Maddalena, nel tratto sistemato recentemente dall’Anas, è stato trovato appoggiato al muretto il corpo di un cinghiale morto, accanto un cartello con su scritto “negativo psa, positivo piombo”, sulla carreggiata parecchia segatura.
Forse l’ungulato è stato investito, da qui la segatura, o è stato ucciso in altro posto e portato lì. Di certo il clamoroso cartello dall’indicazione inequivocabile: “se anche è negativo alla peste suina africana, è positivo per il piombo del fucile”.
Sicuramente un forte segnale di protesta, ovviamente deprecabile, verso la gestione di una emergenza che ha raggiunto il tredicesimo mese tra tanti discorsi e pochi fatti.
Tra i fatti l’abbattimento dei maiali nelle aziende agricole della zona di protezione, la posa in opera della recinzione contro i cinghiali costata svariati milioni e, soprattutto, la crescita spropositata dei cinghiali e quindi dei contagi.
Avere 300 mucche e mandarle al pascolo in prati arati dai cinghiali
Crescita che va a colpire il territorio come un escavatore impazzito. Un esempio concreto: provate a passeggiare lungo la strada di Albergare di Sassello, verso il lago dei Gulli, e immaginatevi agricoltore con trecento mucche da far pascolare per cibarle di ottima erba. No, niente erba, solo terra. Prati rivoltati come calzini. E chissà tra qualche mese cosa ne sarà nei campi seminati a grano.
Per chi vuole approfondire, i due filmati: uno direttamente dal trattore e uno realizzato da RN pochi giorni prima, si noti le differenze. Ogni notte sempre peggio!
Nel consiglio regionale ligure del 31 gennaio è passato un ordine del giorno che sollecita il commissario straordinario alla peste suina a “misure più efficaci per risolvere il problema della sovrappopolazione dei cinghiali in Liguria”.
Forse la risposta sta in una intervista che il commissario rilasciò a Tg3 Liguria una settimana prima.
<<È inutile mettere la rete se poi non facciamo il depopolamento, è inutile fare il depopolamento se non sappiamo esattamente dove è arrivata la malattia. Per fare tutte queste cose c’è bisogno di finanziamenti. Ci vuole tempo, ci vuole anche grande coordinamento tra tutti, ci vuole comprendere esattamente quali sono gli sforzi – spiega il commissario ->>.
Dove arriverà la malattia? Sempre più in là, verso Riviera, Cuneo, Emilia-Romagna.
I finanziamenti, tanti, sono stati spesi in una recinzione che si è dimostrata leggera e facilmente valicabile per bestie da 30/100 chili, meglio fossero stati utilizzati per il depopolamento.
Quanto al tempo, tredici mesi sarebbero stati sufficienti per le squadre cacciatori, se non gli si fossero messi enormi “paletti burocratici” tra le gambe.
Il coordinamento? Se finora si è riusciti a scontentare popolazione, agricoltori, cacciatori, amministratori locali, significa che quanto a comunicazione qualcosa non ha funzionato.
Gli sforzi? Quali, forse quelli di chi ogni mattina vede questo scempio.
La peste suina africana deve essere considerata una vera emergenza, e come tale va trattata, un gesto deprecabile come quello di stanotte a Sassello la dice lunga sul sentimento che circola in queste aree lasciate troppo spesso in totale abbandono.
G. D.