Animalisti e cinghiali. Il Buon Natale ironico ai sindaci di Alassio e Sassello
Melgrati e Buschiazzo nel mirino dell’Osservatorio Savonese Animalista (Osa)
In questo anno di peste suina (primo caso 7 gennaio 2022) tanto si è detto e scritto, ma poco si è fatto per l’emergenza peste suina. È notizia di ieri (vedi articoli) che almeno due ungulati hanno superato la recinzione installata nella zona di protezione, e da positivi alla Psa sono andati a morire a Pareto e Sassello, quest’ultimo è il primo caso riscontrato in provincia di Savona.
Di fronte al nulla, circa il ventilato depopolamento, i sindaci di Sassello (Daniele Buschiazzo) e Alassio (Marco Melgrati) hanno catturato alcuni cinghiali con le gabbie.
<<Al di là dei danni materiali – spiegano dal Comune di Alassio – si poneva una questione di sicurezza che mi ha spinto di inviare con ogni consentita urgenza, una richiesta di collaborazione al vicepresidente della Regione Liguria, per l’organizzazione di battute di caccia mirate e coordinate con il personale specializzato degli uffici regionali preposti, o per il posizionamento di apposite gabbie ovvero ogni altra iniziativa ritenuta utile ad arginare i danni provocati dagli ungulati.
Nell’ottobre scorso i giardinieri del Comune di Alassio erano stati chiamati agli straordinari: sempre più spesso, infatti, veniva registrata la presenza di famigliole di cinghiali che, nottetempo, dalla collina scendevano in città alla ricerca di cibo lasciando sul percorso chiari segni di devastazione nelle aree verdi.
Abbiamo posizionato le gabbie inizialmente nella zona alta dove sono stati catturati i primi sei cinghiali. Nei giorni scorsi abbiamo spostato le gabbie alle spalle del cimitero e in pochi giorni sono stati presi altri due cinghiali. Questo tipo di intervento sta dando ottimi risultati e le segnalazioni sono già diminuite>>.
(Nella foto la piantina con i casi di positività dal 7 gennaio a ieri)
Ovviamente di parere opposto gli animalisti dell’Osa.
<<In questi giorni prenatalizi, che dovrebbero favorire la bontà d’animo, il sindaco di Alassio si congratula invece con sé stesso per aver chiesto ed ottenuto l’installazione di gabbie per la cattura dei cinghiali che devastano le aiuole cittadine, ad imitazione del collega di Sassello, che si vanta di aver già catturato (e soppresso) alcune decine di frequentatori del paese – commentano dall’Osservatorio Savonese Animalista -.
Le incursioni dei cinghiali nelle città non si combattono efficacemente con le catture in gabbie seguite dalla macabra e crudele fucilazione dei “colpevoli”. Ma con una corretta gestione della spazzatura, rinforzando (o recintando) i cassonetti e le aree verdi cittadine; ed inoltre ingiungendo alle squadre di cacciatori locali di pattugliare le vallate di accesso alla città con i cani da cinghiale al guinzaglio, con lo scopo di impaurire gli ungulati e costringerli/convincerli a rimanere nel bosco; sarebbe una minima punizione per essere i responsabili, dagli anni 80 del secolo scorso, di aver immesso nell’ambiente cinghiali d’allevamento proprio perché si riproducessero a fini venatori, come avvenuto.
Occorrerebbe che ciò fosse inserito in disposizioni regionali, come obbligo, per chi voglia esercitare la caccia al cinghiale: ma ciò potrebbe avvenire solo se la maggioranza dei consiglieri e la giunta regionale liguri non fossero saldamente alleati ai cacciatori e strenui sostenitori dei loro desideri, a fini elettorali malgrado la “categoria” sia in rapida diminuzione numerica e unica crescita dell’età media di chi gira nei boschi con un’arma in mano>>.
Fin qui le schermaglie di chi deve gestire i territori comunali e gli animalisti a difesa degli ungulati, nel mezzo una malattia che si sta allargando e che presto potrebbe coinvolgere le aree rivierasche con conseguenze difficilmente ipotizzabili. Ridurre il problema cinghiali solo al sovrappopolamento è un grosso errore.
G. D.