Sequestrati 2 milioni di euro a bookmaker che operava anche in Liguria
Centro scommesse attivo sul territorio nazionale in completa evasione d’imposta
Liguria
– Un centro scommesse su eventi sportivi, ippici e virtual games, che avrebbe operato occultamente attraverso numerosi 188 punti di raccolta, situati in tutta Italia, Liguria e Piemonte comprese, dediti alla raccolta “fisica” di scommesse-giocate, è stato individuato dalla Guardia di Finanza di Torino.
È scattato un decreto di sequestro preventivo, finalizzato alla confisca del profitto del reato di 2.062.872 euro, nei confronti di un bookmaker maltese operante, fin dal 2016, nella raccolta di scommesse, sul territorio nazionale, in totale evasione d’imposta.
L’operazione, denominata “Hidden Bet”, è stata sviluppata dal Gruppo Torino e dal dipendente 2° Nucleo Operativo Metropolitano a decorrere dal giugno 2021 e, nell’ipotesi accusatoria, ha permesso di individuare un “centro scommesse” su eventi sportivi, ippici e virtual games, che avrebbe operato occultamente attraverso numerosi bet point, situati in tutta Italia, i quali si occupavano, come mono mandatari, della raccolta “fisica” delle giocate, mettendo a disposizione i propri portali web, assumendosi, in parte, il rischio d’impresa a fronte del riconoscimento di una percentuale sulle prestazioni rese.
L’inchiesta ha evidenziato, da un lato, di poter ritenere qualificata, sul territorio italiano, la presenza di una “stabile organizzazione occulta personale” del soggetto estero e, dall’altro, di procedere alla sua consequenziale regolarizzazione fiscale mediante la richiesta di attribuzione, a cura del competente Ufficio finanziario, della relativa partiva Iva.
Il prosieguo dell’indagine si è occupata della voluminosa documentazione reperita nel corso delle investigazioni, comprensiva delle migliaia di transazioni relative alle giocate acquisite dalla Sogei spa, pari a oltre 60.000.000 di euro, hanno consentito di quantificare proventi che il bookmaker avrebbe percepito pari ad oltre 8.000.000 di euro, che avrebbero generato un’imposta evasa pari a 2.062.872 di euro.
All’esito delle indagini, ferma restando la presunzione di innocenza fino al compiuto accertamento delle responsabilità, sarebbero emerse evidenze probatorie, di natura penale, a carico del rappresentante legale del citato operatore non residente il quale, pur essendovi obbligato in base alla normativa fiscale, ha omesso la presentazione delle previste dichiarazioni ai fini delle imposte dirette, dal 2016 al 2018.
Condividendo l’ipotesi accusatoria, il Gip del Tribunale torinese ha ravvisato in capo all’indagato i gravi indizi di colpevolezza, così da emettere un decreto di sequestro delle somme costituenti il profitto del reato, fino alla concorrenza dell’imposta evasa.
G. D.