Peste suina, Coldiretti vuole l’esercito o cecchini specializzati
“O la situazione non si risolverà”
Viste le difficoltà incontrate circa l’abbattimento dei cinghiali per contrastare la peste suina, l’associazione Coldiretti insiste con quanto da tempo suggerito: far intervenire l’esercito o comunque personale specializzato.
<<Dallo scorso 7 gennaio la Peste Suina Africana (Psa) attanaglia la Liguria, i suoi boschi e il suo entroterra. In questo scenario, la nostra Federazione regionale riscontra i medesimi problemi evidenziati dal Commissario straordinario per la prevenzione e il contenimento della Psa, Angelo Ferrari, all’interno di un’intervista rilasciata nei giorni scorsi al Secolo XIX.
È evidente, infatti, che le preoccupazioni del commissario Ferrari relative al mancato depopolamento dei cinghiali – condivise anche da Coldiretti Liguria, come sottolineato a più riprese nel corso degli ultimi mesi – sono concrete>>.
<<La Psa continua a circolare – spiegano Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, presidente di Coldiretti Liguria e delegato confederale – ed è necessario provvedere al depopolamento degli ungulati al più presto, nel rispetto di quella che è la normativa vigente e in qualsiasi forma plausibile, anche attraverso l’esercito o interpellando personale specializzato se necessario, oltre un impegno concreto da parte dei cacciatori.
Senza un intervento tempestivo e concreto il problema non si risolverà. La peste suina non è passata, tutt’altro, e ad oggi il numero di capi abbattuti è nettamente inferiore alle stime previste: in Liguria si parla solamente di 450 animali a fronte dei 35.451 cinghiali di cui è previsto l’abbattimento all’interno del Priu (Piano Regionale di Interventi Urgenti).
È evidente che le istituzioni devono trovare una soluzione concreta per portare a termine tali operazioni, fondamentali per la sicurezza di cittadini, agricoltori e allevatori della Liguria – concludono -. Il territorio e la popolazione devono essere tutelati e la regione messa in sicurezza>>.
G. D.