Caos, forse domenica apre la caccia al cinghiale, sciopero cacciatori
C’è confusione nei boschi e nelle teste
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Domenica 2 ottobre apre la caccia ai cinghiali, tanto attesa da contadini e cacciatori, anche per contrastare la notevole presenza degli ungulati dopo le chiusure dovute allo scoppio della peste suina.
La grande sorpresa, ancora a due giorni dall’apertura, è che i cacciatori hanno incrociato le braccia e si rifiutano di cacciare in queste condizioni, ovvero i cinghiali abbattuti saranno bruciati indipendentemente dall’esito delle analisi. In pratica un servizio, peraltro senza alcun ritorno, fornito alla Regione a cui già versano cospicue somme di iscrizioni e tasse.
Coldiretti propone in questo caso addirittura l’intervento dell’esercito, come già avvenuto in altre nazioni europee. Di parere completamente contrario gli animalisti che entrano a gamba tesa.
L’Osservatorio Savonese Animalista denuncia che, in questa situazione tragica “ma non seria”, qualche “sprovveduto” chiede ancora più caccia per contrastare i danni arrecati alle coltivazioni da cinghiali e caprioli o, addirittura, l’intervento dell’esercito.
<<Non sapendo – affermano gli animalisti -, o fingendo di non sapere, che la loro presenza è dovuta alle insensate liberazioni di animali negli anni 80 da parte dei cacciatori, affinché si riproducessero diffusamente – come anni dopo avvenuto – per essere cacciati a piacere; ma la caccia non solo non è la soluzione del problema ma – dicono gli scienziati – ne è la causa, soprattutto nella forma usata della “braccata”, perché disperde i branchi di cinghiali (che in Liguria si stavano invece riaggregando per difendere meglio i giovani dai lupi) e favorisce la formazione di microgruppi in cui, a differenza del grosso nucleo originale in cui si accoppia solo la femmina capobranco, in ognuno di essi partorisce la femmina dominante>>.
La posizione degli animalisti savonesi è netta e parte da lontano, ovvero da quando la caccia si dice sia diventata uno “sport”.
<<Inizia domenica 2 ottobre, sciopero dei cacciatori permettendo, la caccia al cinghiale, malgrado la peste suina e che gran parte dei boschi della Liguria siano ancora coperti di foglie e la visibilità sia di molto inferiore alla gittata efficace delle micidiali armi a munizione intera dei cacciatori – prosegue Osa -. Inoltre, malgrado la presenza, tempo permettendo, di turisti, escursionisti, gitanti, biker e cercatori di funghi, che hanno invece il diritto di frequentare le campagne in tranquillità e sicurezza, e che farebbero bene a munirsi di giubbotto antiproiettile ed elmetto>>.
Osa ricorda che <<in paesi meno succubi agli appetiti venatori ed ai politici loro amici (l’unico parlamentare eletto a Savona è il loro paladino storico) si sta sperimentando con buoni risultati la vaccinazione specie-specifica con esche contenenti sostanze che procurano la sterilità per diversi anni>>.
<<I cacciatori potranno/dovranno abbattere oltre 35.000 cinghiali, numero calcolato con censimenti inattendibili, invece di usare mezzi tecnici accurati (droni, infrarossi, termocamere); come sempre il contingente non verrà raggiunto e si protrarrà la caccia a gennaio a solo beneficio dei cacciatori; i cinghiali sono infatti, probabilmente, molti di meno ma, spaventati per quattro mesi dalle “braccate”, percorreranno decine di chilometri al giorno e potranno entrare nelle zone rosse di peste suina (non ancora efficacemente recintate), con il pericolo di mescolarsi con soggetti positivi e favorendo la diffusione della malattia in zone finora integre: complimenti alla Regione Liguria – conclude l’Osservatorio ->>.
Una situazione che si presenta né chiara né facilmente risolvibile.
G. D.