Regione Liguria strizza l’occhio agli animalisti ma Coldiretti non ci sta
I nove cinghiali del parco Maggiolina non saranno abbattuti ma trasferiti
Salvo il branco di cinghiali del parco Maggiolina ma la risoluzione dell’impasse tra comune di La Spezia e Regione Liguria non soddisfa Coldiretti: “Necessarie garanzie, non possiamo rischiare oltre”.
Risolto il caso Maggiolina, dopo 16 giorni di limbo, ieri sera Giovanni Toti ha annunciato che, a seguito della riunione tra Regione Liguria, Comune La Spezia, Asl5, Commissario Straordinario peste suina Angelo Ferrari, e gli enti preposti per decidere il futuro dei cinghiali, è stato disposto che i novi ungulati rinchiusi nel parco dal 7 agosto, saranno prelevati in sicurezza dal Nucleo Faunistico Venatorio della Regione e trasportati in un’area idonea.
Area che sarà individuata entro i prossimi due giorni, dove trascorreranno un periodo ritenuto congruo per escludere il contagio da peste suina o da altre malattie.
Regione Liguria prima emana un provvedimento per abbattere oltre 35mila cinghiali e poi fa di tutto per salvarne 9
<<La decisione – spiegano Gianluca Boeri, presidente Coldiretti Liguria, e Bruno Rivarossa, delegato confederale – non è quella che ci aspettavamo. Anzitutto, non viene precisata l’area in cui verranno trasportati gli ungulati, che invece, come Coldiretti Liguria, a questo punto, chiediamo venga resa nota, così da poter tenere sotto controllo la situazione.
In secondo luogo, non viene fatto cenno in alcun modo alle effettive tempistiche del periodo definito congruo dal presidente Toti che, a nostro avviso, dovrebbe essere ben più esteso di quanto sembrano sottintendere tali affermazioni.
Non va dimenticato che, durante la prossima stagione di caccia, nelle zone liguri non soggette alle restrizioni per la peste suina, il Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l’eradicazione della peste suina africana nei suini da allevamento e nella specie cinghiale (Priu) – approvato dalla giunta della Regione Liguria e inviato all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e al Centro di referenza nazionale pesti suine (Cerep) per i pareri di competenza – prevede che si potranno abbattere fino a 35.451 cinghiali – prosegue Coldiretti -: una cifra pari al 180% di quanto fatto nell’ultimo anno.
Un provvedimento importante per l’agricoltura e l’allevamento liguri e per tutti gli imprenditori che, ormai da troppo tempo, vedono il proprio lavoro distrutto dagli ungulati, sia per i danni materiali a campi e strutture che, nel corso dell’ultimo anno, per la peste suina, che ha costretto molti anche ad abbattere animali sani.
La crescita del contingente cacciabile risponde a precise indicazioni dei Ministeri della Salute e delle Politiche agricole per il contenimento della peste suina africana– continuano Boeri e Rivarossa –, che a loro volta comporterebbero la riduzione dell’80% della popolazione dei cinghiali tra caccia e prelievi di controllo. Un obiettivo, quello fissato per il 2022/2023, piuttosto ambizioso e indirizzato essenzialmente al depopolamento delle aree indenni della Liguria attraverso azioni sia di caccia che di controllo faunistico, i cui numeri previsti Coldiretti Liguria auspica vengano rispettati, contrariamente a quanto avvenuto, invece, in passato.
Tenendo da conto tutti questi aspetti – incalzano il presidente ligure e il delegato confederale – come abbiamo già avuto modo di affermare in precedenza, in un contesto come quello che si è venuto a creare nelle ultime settimane alla Maggiolina, nel caso in cui non si volesse procedere con l’abbattimento, le uniche condizioni auspicabili per una risoluzione rispettosa sia della norma vigente che della sicurezza di cittadini, agricoltori e allevatori consisterebbero nello spostamento e nella successiva custodia degli animali entro un’area privata, nel rispetto delle norme vigenti, con la garanzia che non torneranno in libertà su suoli pubblici o privati, per non danneggiare l’ambiente e l’agricoltura.
Coldiretti Liguria si farà parte attiva nell’incalzare gli enti preposti affinché riaspettino queste condizioni, in modo tale che gli ungulati non vengano in alcun modo rimessi in libertà su suolo pubblico.
Nella malaugurata ipotesi in cui ciò dovesse accadere, saremo noi stessi, in prima persona, a farci promotori delle dovute azioni legali nei confronti dei trasgressori. Si tratta di un evento eccezionale, che ci auguriamo fortemente non si ripeta, in quanto va contro gli interessi delle aziende agricole liguri – concludono -, già abbastanza vessate dalle condizioni climatiche e dalla situazione economica contingente e che, soprattutto in virtù della quanto mai prossima apertura della stagione venatoria in Liguria, risulta anche incoerente da parte di un ente come Regione Liguria, che prima emana un provvedimento per abbattere oltre 35mila cinghiali e poi fa di tutto per salvarne 9>>.
G. D.