Liguria, 2022 il più bollente degli ultimi 222 anni
Raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi per renderla disponibile nei momenti di difficoltà
I dati della Liguria che abbiamo in Italia provengono da Isac Cnr che effettua rilevazioni fin dal 1800, e da quell’anno il 2022 si classifica come l’anno più caldo di sempre per l’Italia, con una temperatura addirittura superiore di +0,98 gradi rispetto alla media storica e un 45% in meno di precipitazioni lungo tutta la Penisola.
<<Siamo di fronte – spiegano il presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri, e il delegato confederale, Bruno Rivarossa – a un impatto devastante della siccità e delle alte temperature sulle attività produttive italiane, con danni all’agricoltura che superano i 6 miliardi di euro: il 10% della produzione nazionale.
Le campagne italiane sono allo stremo, così come le montagne e gli alpeggi, mentre preoccupano anche la vendemmia appena iniziata e l’allarme negli uliveti, motore portante dell’economia ligure, che, con il caldo, rischiano di veder crollare le rese produttive. In questo scenario, dunque, risulta sempre più necessario agire con programmazione e non soltanto in emergenza, costituendo subito un tavolo permanente regionale che affronti, nel medio-lungo periodo, gli interventi strutturali necessari per far fronte alla situazione di grave difficoltà dovuta alla carenza idrica. Oltre ad attivare, come abbiamo già chiesto lo scorso 22 giugno, lo stato di calamità naturale>>.
La produzione ligure di foraggio è pari a 1/3 di quelle necessaria, a cui aggiungere la mancanza d’acqua per abbeverare il bestiame, mettono la zootecnia in grave difficoltà. La siccità sta colpendo anche l’olivicoltura e il basilico per il classico pesto alla genovese, che ha bisogno della continuità dell’irrigazione per crescere, mentre anche altri comparti continuano a faticare.
<<Il tavolo in questione avrebbe lo scopo di trattare il tema dell’approvvigionamento e della gestione idrica, coinvolgendo tutti gli attori presenti sul territorio – proseguono Boeri e Rivarossa ->>.
La tendenza al surriscaldamento si concentra nell’ultimo decennio, comprendendo nell’ordine il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da un’evidente tendenza alla tropicalizzazione, che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo, con conseguenti sbalzi termici significativi.
La nostra Regione già lo scorso autunno ha registrato il record europeo di precipitazioni, anche a causa della sua conformazione geografica, che la vede stretta tra montagne e mare. Secondo una ricerca di tre anni, e realizzata grazie al database di Arpal, che ha fornito i dati utilizzati per creare i modelli matematici, nei prossimi anni il ponente ligure andrà incontro ad una crescente siccità, mentre il levante dovrà fare i conti con precipitazioni brevi ma sempre più intense. L’aumento presunto delle temperature è stimato tra 1 e 3 gradi a seconda della stagione, tanto che d’inverno la neve, anche nell’entroterra, sarà di conseguenza sempre più rara, con un periodo di innevamento invernale che potrebbe accorciarsi addirittura di un mese (ricordi nella foto).
<<Di fronte alla tropicalizzazione del clima – concludono i vertici Coldiretti – occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi, in modo tale da renderla disponibile nei momenti di difficoltà. Sarà necessario mettere in atto interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque attraverso la creazione di opere infrastrutturali ad hoc. Solo in questo modo riusciremo a garantirci stabilmente in futuro le riserve idriche necessarie mantenendo il territorio in sicurezza>>.
G. D.