Di nuovo in manette la 40enne hacker russa per ricettazione e riciclaggio
La donna a marzo aveva ottenuto gli arresti domiciliari presso un’associazione di volontariato nel recupero dei detenuti
Genova
– L’operazione Moscow Mule 2 continua porta nuovamente l’hacker russa, appartenente ad un’organizzazione criminale transnazionale dedita alle frodi informatiche di ultima generazione, in carcere.
Gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Genova, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno ottenuto l’aggravamento degli arresti domiciliari e hanno arrestato nuovamente M.N., 40enne cittadina russa.
La donna era già stata arrestata nel capoluogo ligure nel mese di ottobre 2021, apparentemente nella vita di tutti i giorni sembrava una tranquilla madre di famiglia, ma in realtà si tratta di un’avvenente esperta hacker: un ingegnere informatico con la passione per il crimine e le cryptovalute.
Le particolari attitudini, l’alto profilo criminale, hanno indotto gli investigatori della Polizia Postale a pianificare stretti contatti con la struttura presso la quale “l’ingegnere” era stata posta agli arresti domiciliari. Le continue richieste della donna di poter utilizzare un telefono o un computer hanno ulteriormente insospettito gli investigatori, che hanno predisposto delle attività tecniche di intercettazione ambientali e telematiche.
Ma la donna, nonostante fosse agli arresti domiciliari, da subito ha cercato di riorganizzarsi, iniziando nuovamente a commettere frodi informatiche a danno di ignari cittadini.
L’hacker ha oltremodo dimostrato la propria capacità criminale avvedendosi dell’intercettazione telematica procedendo ripetutamente in continui tentativi di eludere le investigazioni e di cancellare le prove a proprio carico.
Nel corso della perquisizione domiciliare, gli esperti della Sezione Financial Cybercrime della Polizia Postale hanno sequestrato numeroso materiale, tra l’altro reperito dalla donna durante la detenzione domiciliare, che è tuttora sottoposto ad esame per ulteriori risvolti investigativi.
G. D.