Peste suina, la rabbia del sindaco di Sassello: nostre aziende di serie D
Lo sfogo del primo cittadino sassellese e presidente del Parco Beigua, territorio ancora in zona rossa senza aver avuto cinghiali contagiati
Dopo quattro mesi di emergenza-inerzia dall’inizio del contagio peste suina anche l’amministratore locale più sereno perde la pazienza. Se poi ti dicono che in quindici giorni partiranno i lavori della recinzione e invece ci vorranno almeno altri due mesi; se poi, addirittura, dopo i ritrovamenti di cinghiali infetti alla peste suina a Roma gli abbattimenti degli ungulati nel Lazio partiranno a breve, la misura è proprio colma.
<<L’avviso della Stazione unica appaltante del Piemonte per la realizzazione della recinzione per il contenimento della Psa prevede che le manifestazioni d’interesse da parte degli operatori economici debbano essere presentate esclusivamente in modalità telematica entro il termine perentorio delle ore 15 del 10 giugno prossimo – spiega Daniele Buschiazzo -.
Nella riunione tenuta in Anci il commissario ci aveva detto che la recinzione sarebbe partita entro 15 giorni (mercoledì prossimo sarebbero scaduti). Inoltre, valutate le proposte pervenute e perfezionata la fase di progettazione la stazione appaltante invierà una lettera di invito a presentare offerta “agli operatori economici individuati da parte della stazione appaltante”.
I tempi, perciò, non potranno essere veloci e non sono quelli detti dal Commissario nella riunione in Anci – afferma il sindaco di Sassello -.
Ricordo che ci sono aziende che stanno subendo danni economici importanti. Al di là dei ristori (che non sono ancora arrivati nemmeno agli allevatori che hanno subito danni diretti), non viene preso in considerazione nulla per le attività economiche. Penso anche ad investimenti ad hoc per le imprese di questi territori che si ritrovano oggettivamente svantaggiate rispetto al resto della Regione (stanno per partire le green community sul Pnr perché non individuarle sui territori della Psa per consentire alle aziende di superare più facilmente gli svantaggi che hanno oggi?).
L’ordinanza dei Ministri della Salute e delle Politiche Agricole di gennaio prevedeva la possibilità di fare il controllo sul cinghiale e non è stato fatto – prosegue Buschiazzo -, perché Ispra lo ha vincolato alla recinzione. La recinzione, se andrà tutto bene (senza ricorsi), partirà a luglio. Ora, visti i danni che stanno subendo le nostre imprese, mi chiedo se tutto ciò non si configuri come epidemia colposa.
È ovviamente una provocazione, la mia. Tuttavia, dopo due mesi da parte dei Ministeri per nominare un commissario (individuato a gennaio dalle Regioni), nessuna azione di contenimento e abbattimento in quattro mesi (se non la vigilanza passiva), e ora vedere che a Roma vengono recintati subito i cassonetti e si è già pronti con gli abbattimenti (sicuramente l’Insugherata è recintata, ma un’attività di controllo dei cinghiali poteva essere fatta in questi mesi anche qui senza pericoli di movimentarli eccessivamente), la rabbia di chi ha difficoltà a tenere aperta un’impresa aumenta.
L’unico aspetto importante è stato il piano regionale che, quantomeno va dato atto, ha cercato di stabilire delle modalità di convivenza con questa situazione e di consentire ad alcune imprese di poter lavorare. Le nostre aziende che vivono sul bosco, sull’agricoltura, sull’artigianato, sul commercio, sul turismo, fino ad oggi, nei fatti, sono state considerate di serie D rispetto all’industria suinicola della Pianura.
Comprendo che ci sia la “dittatura dei fatturati e del Pil”, ma non possiamo sacrificare questa rete di piccole economie che fa vivere un territorio in maniera compatibile con l’ambiente – conclude il primo cittadino -. Questo Speranza e Patuanelli dovrebbero capirlo>>.
G. D.