Peste suina, la proposta del Comune di Sassello alla Regione
Si sta perdendo troppo tempo ed occorre fare in fretta
Il tempo passa e la peste suina africana avanza inesorabile, il bollettino ormai segue quello sul coronavirus, con positività che in alcuni comuni raggiungono la doppia cifra, e, quel che è peggio, mentre un cinghiale malato potrebbe sconfinare dalla zona di protezione II, poco o nulla si sta facendo sia sul piano della famosa recinzione, sia per l’abbattimento dei cinghiali.
E son trascorsi quattro mesi, dove il palliativo della riapertura dei sentieri pare abbia risolto il problema, come se il mondo outdoor (attività all’aperto) fosse l’unica questione in ballo. Forse popolazione e imprenditori non si sono ancora resi conto che queste aree, giusto per dirne una, senza una possibile campagna di raccolta funghi, cadrebbero in ginocchio ancor più di quello che già sono.
Per il momento a lottare sono rimasti in pochi, tra questi le amministrazioni comunali e qualche associazione, tra cui Cia e Il Riccio che si stanno battendo per far conoscere il problema e, soprattutto, a come risolverlo.
È notizia di oggi la denuncia presso la Regione Liguria del sindaco di Sassello Daniele Buschiazzo che mette in evidenza i problemi esistenti e come vengono lentamente trattati, specie per quanto riguarda gli abbattimenti dei cinghiali, con relativa proposta.
<<Purtroppo dalla zona ovest dell’area di circolazione attiva gli animali infetti stanno risalendo il torrente Orba – afferma Buschiazzo -. Siamo ormai al terzo ritrovamento positivo alla Psa a Molare (o nelle zone) e ciò crea notevoli preoccupazioni (soprattutto fra le attività economiche).
Il Comune di Sassello ha acquistato tre gabbie (dovrebbero essere consegnate la prossima settimana e dovremmo essere in grado di farle funzionare autonomamente tramite ordinanza sindacale per motivi di pubblica incolumità, la polizia locale e l’aiuto dei coadiutori presenti sul territorio con i quali è già stata fatta una riunione). La motivazione di questa scelta è legata all’incolumità pubblica, in quanto ci sono stati almeno tre casi in cui si è rischiato, in zone vicine all’abitato, che qualcuno venisse attaccato dai cinghiali.
Per il trasporto delle carcasse si è verificata la disponibilità di tre Pick up (più eventualmente uno del Comune) che ci faremmo autorizzare dall’Asl2 coi dovuti accorgimenti.
Ovviamente, siamo attrezzati per sanificare mezzi e gabbie.
Il problema fondamentale riguarda le fasi di stoccaggio e smaltimento – segnala il sindaco -. Ci sarebbe la possibilità per un giorno/un giorno e mezzo di stoccare le carcasse in bidoni di plastica da 400 litri (chiusi ovviamente con un lucchetto), nel magazzino del Comune o nell’area di deposito del Sale della Provincia a Piampaludo (a seconda di dove i cinghiali vengano abbattuti).
Tuttavia, le carcasse non possono essere tenute in queste condizioni per molto tempo e non possono essere portarti a Savona nella cella frigorifera dell’Asl2 perché non devono uscire dalla zona ad Alto Rischio (e Savona è fuori).
Una soluzione di buonsenso vedrebbe il coinvolgimento della Vigilanza Regionale – suggerisce Buschiazzo -. Se venisse autorizzato un Pick up della Vigilanza Regionale, o loro verrebbero a prendere i cinghiali sul nostro territorio, o i cinghiali verrebbero portati in un luogo concordato dai Pick up del Comune autorizzato.
La Vigilanza, a questo punto, andrebbe direttamente allo smaltimento e lì, prima di smaltire, ci dovrebbe essere presente un veterinario per fare il prelievo da analizzare. In questo modo si ovvierebbe all’assenza di celle frigorifere. Si salterebbe un passaggio unificando prelievo e smaltimento nello stesso tempo.
Tale proposta è dettata dal fatto che si deve risolvere un problema di incolumità pubblica innanzitutto e perché stiamo affrontando un’emergenza e, quindi, gli abbattimenti non possono essere fatti fra due mesi. Se la Peste Suina Africana è un’emergenza, gli abbattimenti non possono essere fatti fra due mesi. Devono essere fatti il prima possibile.
Il piano di eradicazione della Psa – prosegue -, approvato con Dgr 264/2022, al paragrafo 9.3.1 dispone poi che, per la realizzazione degli abbattimenti previsti, sia possibile avvalersi delle strutture e del personale comunali su richiesta dei sindaci dei comuni interessati.
Al di là della questione contingibile e urgente legata all’incolumità pubblica, per cui è necessaria una risposta immediata ed efficace – conclude Buschiazzo -, si dà la disponibilità fin da subito ad organizzare in maniera concertata gli abbattimenti sul nostro territorio per conseguire gli obiettivi del piano>>.
Quindi la proposta emergenza peste suina è chiara e fattibile, ora l’amministrazione attende una sollecita risposta.
Risposta di cui non c’è da essere troppo sereni, visto che su stoccaggio carcasse e smaltimento il sindaco ha già sentito l’Asl e la risposta è stata che dopo il piano il comune non può portare i cinghiali nella loro cella frigo, perché essendo a Savona non possono uscire dall’area infetta, e poi che non hanno ancora condiviso le disposizioni di biosicurezza per autorizzare i mezzi di trasporto.
G. D.