Carabinieri Forestale denunciano 104 persone per detenzione illegale uccelli

Carabinieri Forestale denunciano 104 persone per detenzione illegale uccelli
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Operazione nazionale Anello Mancante: Forestali Cites sequestrano oltre 2.500 esemplari di avifauna

Grossa operazione dei Carabinieri Forestale che hanno concluso la Campagna ‘L’Anello Mancante’, coordinata dal Reparto Operativo – Sezione Operativa Antibracconaggio e Reati a Danno degli Animali (Soarda) del Raggruppamento Carabinieri Cites e condotta congiuntamente ai Nuclei Carabinieri Cites di tutta Italia.

Dal Nucleo Cites di Imperia, competente per le province di Imperia e Savona, sono stati effettuati circa 15 controlli, deferita una persona all’Autorità Giudiziaria ed elevate due sanzioni amministrative. Sono stati sequestrati 17 volatili di specie particolarmente protette tra cui  lucherini, verdoni, fringuelli.

Una campagna nazionale con oltre 500 controlli in cui sono state deferite all’Autorità Giudiziaria 104 persone, rinvenuti e posti sotto sequestro circa 2500 uccelli vivi. Elevate inoltre 44 sanzioni amministrative per circa 32.000 euro.

I controlli hanno riguardato la legale detenzione di avifauna. La fauna selvatica è qualificata dall’ordinamento giuridico quale ‘patrimonio indisponibile dello Stato’ e, pertanto, la legale detenzione di ciascun esemplare di uccello allevato richiede che ogni esemplare per essere detenuto debba essere provvisto di un anello inamovibile in metallo.

Un esemplare “da richiamo” può raggiungere anche 500 euro

Lo stesso non deve aver subìto alcun tipo di manomissioni, infilato agevolmente con una manovra assolutamente indolore al tarso dell’animale e senza recare danno quando questo è ancora nidiaceo, in modo che con la crescita dell’animale, e quindi della sua zampa, l’anello risulti non più sfilabile ed unitamente alla documentazione prevista dalla normativa vigente ne attestano la legittima detenzione.

Carabinieri 2 forestale detenzione illegale uccelli

I controlli si sono svolti congiuntamente a ornitologi accreditati inanellatori dall’Istituto Superiore per la Protezione e al Ricerca Ambientale (Ispra) e veterinari resi disponibili anche dalle associazioni ambientaliste Lipu, Legambiente, Cabs ecc.

I controlli hanno interessato prevalentemente allevatori di avifauna anche particolarmente protetta, che alimentano il mercato degli uccelli da richiamo e quello ludico-ricreativo, anche riguardo ad esemplari provenienti da altri paesi europei.

L’anello ha valenza di Sigillo di Stato e pertanto la sua contraffazione o l’uso abusivo di tali sigilli configura dei reati.

«Il numero di uccelli rinvenuti – spiegano i Carabinieri Forestale – evidenzia un business illecito di particolare rilievo, considerato che il valore di mercato di un esemplare “da richiamo” può raggiungere anche 500 euro».

Sempre più diffuso è il mercato illegale sia di avifauna da richiamo vivo che di esemplari di uccelli appartenenti a specie protette e particolarmente protette ad esempio i fringillidi, come Cardellini, Lucherini, Frosoni, Verdoni che rimangono sistematicamente vittime di metodi di cattura illegali quali: reti, trappole, richiami acustici e colle riuscendo a generare giri d’affari nell’ordine di centinaia di migliaia d’euro l’anno.

Nel tentativo di “ripulire” gli animali destinati alla vendita, fraudolentemente, soggetti senza scrupoli appongono al tarso degli uccelli anelli necessariamente contraffatti per poter riuscire ad infilarli in quanto gli esemplari catturati hanno già superato i primi dieci giorni di vita periodo in cui è consentita l’apposizione dell’anello.

In tali casi tra i reati ipotizzabili vi sono, oltre alla frode in commercio, la contraffazione e l’uso abusivo di sigilli, la ricettazione, il maltrattamento animali (alcuni esemplari presentavano lesioni traumatiche agli arti dovute alla manipolazione finalizzata all’inanellamento).

 

G. D.