Si riparla di miniera del Tarinè, Buschiazzo “La comunità non la vuole”

Si riparla di miniera del Tarinè, Buschiazzo “La comunità non la vuole”
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Il tema dell’autosufficienza sulle materie prime risveglia la “voglia” di titanio

Sassello

– Nei giorni scorsi, in piena emergenza peste suina (un caso?!), è ritornata di attualità la (presunta) miniera del Tarinè nel comune di Sassello, area facente parte del Parco del Beigua.

Il quotidiano Il Secolo XIX ha pubblicato un’intervista al presidente della Compagnia Europea per il Titanio – Cet, la società che da decenni vorrebbe il permesso di ricerca mineraria per minerali di titanio, granato e minerali associati sul Monte Tarinè, ma che non è mai andata oltre qualche sondaggio, intervista che non è piaciuta a Daniele Buschiazzo, sindaco di Sassello e presidente del Parco Beigua.

<<Personalmente ho trovato di estremo cattivo gusto le dichiarazioni apparse sul Secolo XIX del dott. Gianfranco Risoli, presidente della Cet, sulla miniera del Tarinè. “Credo che in un momento come questo, in cui si sta discutendo di costi alle stelle e della volontà di affrancarsi dalle dipendenze dall’estero, il discorso [della miniera] debba essere vagliato con ancora maggior attenzione”, così dice il dott. Risoli, che non ho mai avuto il piacere di conoscere – afferma Buschiazzo -.

Credo che, anche se non ce l’avesse sottolineato, erano dati che conoscevamo già purtroppo e di cui siamo consapevoli a causa della guerra Ucraina. Ripeto, personalmente (ma in questo ognuno ha la sua coscienza e segue le proprie regole di comportamento) non avrei fatto una dichiarazione di questo tipo. Utilizzare pubblicamente (anche se in maniera indiretta) la crisi Ucraina per sottolineare l’importanza del giacimento del Tarinè, mi è parso scorretto eticamente.

So benissimo – prosegue il sindaco – che l’economia e la politica non seguono l’etica e le regole della morale, ma c’è sempre una valutazione di opportunità, a mio avviso.

Obiettivamente, fino alla sentenza del Tar del 13 aprile prossimo, non vi erano elementi nuovi per sottolineare cose che già conosciamo. Il documento dell’UE che sottolinea la necessità per l’Europa di diventare autosufficiente sulle materie prime, citato nelle dichiarazioni di Risoli, è un documento del 2020 che conosciamo bene. Non è un elemento di novità. Quindi, a che pro invocare lo stato di necessità durante la crisi in Ucraina?

Il fatto che poi il dott. Risoli sottolinei che c’è mancanza di consapevolezza verso il loro progetto di estrazione (il tunnel che da sotto il monte arriva al mare) è quasi offensivo dal mio punto di vista. In primo luogo, perché né alle amministrazioni, né alle cittadinanze questo progetto è stato mai presentato. Non possiamo averne consapevolezza: non c’è mai stato un dialogo diretto con chi dovrebbe subire un tale progetto. Secondariamente, la Società Mineraria Italiana nel servizio di Presa Diretta di settembre su Rai 3 ha ammesso che, ad oggi, non ci sono alternative alle miniere a cielo aperto per l’estrazione di minerali come il litio o il titanio.

Chiudo dicendo che, forse, non c’è consapevolezza che la legge nazionale sui parchi, la legge regionale sui parchi e il piano del parco stesso vietino l’installazione di cave o miniere in un parco (o comunque che abbiano degli impatti rilevanti sugli habitat). Non c’è consapevolezza, forse, che il Parco del Beigua sia un luogo riconosciuto come di pregio dall’Unesco. Non c’è consapevolezza, forse, che la strada che queste comunità hanno scelto molto prima che si sapesse che c’era il titanio nel Tarinè (ma anche e a maggior ragione quando lo hanno saputo) è opposta a quella che porta a diventare un distretto minerario.

Il territorio del Beigua ha investito (anche grazie all’Europa, allo Stato Italiano e alla Regione Liguria) in una direzione che va verso lo sviluppo sostenibile e ora sta cominciando a coglierne i primi frutti. Se sapremo continuare su questa strada – conclude Buschiazzo -, sono convinto che il futuro di questo territorio sarà ricco di soddisfazioni>>.

 

G. D.