Non solo peste suina ma anche la lotta alla vespa velutina
Oltre duemila gli interventi coordinati dal Parco delle Alpi Liguri sul territorio regionale dall’inizio del progetto
La vespa velutina, imenottero alloctono invasivo anche denominato Calabrone asiatico, che da diversi anni è una presenza stabile sul territorio ligure, con seri e importanti danni all’apicoltura e alla biodiversità locale, ha subìto nel solo 2021 ben 745 interventi, oltre duemila dall’inizio del progetto regionale) coordinati dall’Ente Parco Naturale Regionale delle Alpi Liguri per la rimozione dei nidi.
Arrivata accidentalmente dalla Cina in Europa nel 2004, la vespa velutina ha causato un forte impatto sulla biodiversità autoctona, in particolare per la forte pressione predatoria nei confronti delle api, ed è stata perciò inclusa dall’Unione Europea nell’elenco delle specie esotiche invasive di maggiore rilevanza.
In Liguria, l’invasione dell’insetto è costantemente monitorata e contrastata dalle Squadre di volontari incaricate dall’Ente Parco, localizzate nei territori coinvolti, con oltre il 95% degli interventi in provincia di Imperia e il restante 5% nelle province di Savona, Genova e La Spezia.
Dopo essere stato individuato poco più di due anni fa dalla Regione Liguria quale Ente strumentale per la gestione organizzativa e amministrativa delle attività di prevenzione e di controllo della Vespa velutina, il Parco delle Alpi Liguri si è occupato e si occupa tuttora di coordinare il servizio di segnalazione ed eliminazione dei nidi in collaborazione con i volontari delle Squadre di Protezione Civile e Rangers d’Italia competenti per territorio, tutti regolarmente formati con appositi corsi per operatori addetti alla neutralizzazione.
Operative sul territorio fin dal 2019 sono le squadre imperiesi (Cervo, Imperia SS. Trinità, Ospedaletti, Pompeiana, Taggia, Vallecrosia e l’Associazione Nazionale Rangers d’Italia – Sezione di Sanremo), area maggiormente interessata dalla presenza dell’imenottero.
L’Ente Parco ha progressivamente ampliato la propria sfera di intervento a tutto il territorio regionale, incaricando fra il 2020 e il 2021 anche le Associazioni Alpa Miele e ApiLiguria per la provincia di La Spezia, la Protezione Civile di Garlenda per la provincia di Savona e, di recente, la Squadra di Protezione Civile e Volontari Antincendio Boschivo di Bogliasco per la provincia di Genova.
E’ stato anche predisposto un protocollo operativo per la gestione della ricezione delle segnalazioni dei nidi e l’attivazione delle squadre di neutralizzazione, il monitoraggio delle attività svolte, l’esame dati e la rendicontazione delle attività.
I volontari sono dotati di adeguata protezione e di tutti gli strumenti necessari alla rimozione dei nidi, compresi quelli più difficilmente accessibili: tute anti-puntura, aste telescopiche con relative prolunghe e insetticida in polvere.
Infatti, i nidi secondari di Vespa velutina possono trovarsi in luoghi molto riparati e fino a un’altezza di oltre 20 metri dal suolo. Per ogni nido rimosso viene compilata dalla Squadra un’apposita scheda, i cui dati sono in seguito archiviati in un apposito database per poi essere analizzati dall’Ente Parco e illustrati all’interno dell’annuale relazione tecnica.
Dall’inizio del progetto sono stati effettuati in totale 2002 interventi, di cui 1.673 relativi alla Vespa velutina (83,6%), 265 a Vespa crabro (13,2%), 42 a Vespula vulgaris (2,1%), 8 a Vespula germanica (0,4%), 6 a Apis mellifera (0,3%), 3 sia a Polistes gallicus che a Scolia hirta (0,15%) e 1 sia a Sceliphron caementarium che a Bombus terrestris (0,1 %). Per quanto riguarda Apis mellifera, Scolia hirta e Bombus terrestris, data la loro non pericolosità per l’uomo, i nidi e/o gli sciami individuati non sono stati distrutti ma sono stati traslocati in altre aree.
Gli interventi sono stati effettuati a un’altitudine media di 126,3 m s.l.m., prevalentemente in ambiente urbano e a un’altezza dal suolo compresa tra 0 e 5 m. Per quanto riguarda la Vespa velutina sono stati rimossi prevalentemente nidi secondari grandi.
Chi si imbattesse in un nido potrà inviare una e-mail all’Ente Parco delle Alpi Liguri indicando la località dell’avvistamento e un proprio contatto telefonico.
G. D.