Ex Ilva, Federmanager Liguria: “Governo dia futuro a Cornigliano e Novi”
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato sulla prosecuzione area a caldo di Taranto
Oggi il Consiglio di Stato ha annullato l’ordinanza del sindaco di Taranto che aveva imposto la chiusura di sei reparti dell’area a caldo perché inquinanti. Una sentenza che decreta la prosecuzione dell’area a caldo dello stabilimento di Taranto.
<<Questa sentenza elimina ogni alibi: è giunta l’ora di agire per dare un futuro alla siderurgia italiana, tra l’altro in un momento di boom della domanda.
Commenta Marco Vezzani, presidente Federmanager/Asdai Liguria e vicesegretario generale della Cec-European Managers.
Occorre che il governo attui i programmi decisi e condivisi ed eserciti i suoi poteri di azionista: così facendo si darà un futuro anche a Cornigliano e Novi Ligure. Facciamo appello a Confindustria, ai sindacati, ai partiti politici, al Comune e alla Regione – conclude – per un’azione forte e unita in difesa del lavoro e delle nostre imprese siderurgiche. Se non ora, quando?>>.
Assessore Benveduti: “Sia l’inizio del rilancio dell’acciaio italiano”
<<Siamo contenti della decisione presa dal Consiglio di Stato – interviene l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti -, che finalmente decreta il diritto nazionale di perseguire una produzione strategica di acciaio in Italia.
Siamo confidenti che da qui riparta il rilancio del settore, in favore di stabilimenti sempre più efficienti e meno impattanti, che garantiscano lavoro e sviluppo.
Quelli di Genova e Novi Ligure – prosegue l’assessore – sono siti produttivi che, al pari di Taranto, hanno ampi margini di sviluppo per l’intera industria. Dopo tanti anni di ambiguità, è ciò che i lavoratori si meritano.
Ci dispiace che questi giorni di sciopero abbiano creato ulteriori problemi al traffico di una città, come Genova, già vessata da problemi infrastrutturali e logistici dovuti dalle note vicende autostradali.
Dall’altro lato ci rendiamo conto che le decisioni inspiegabili e inspiegate, di ricorrere alla cassa integrazione per quasi mille dipendenti genovesi, meritino appropriate motivazioni, rischiando altrimenti di essere inaccettabili per i lavoratori coinvolti>>.
Conclude Benveduti riferendosi al secondo giorno di sciopero dei lavoratori ex Ilva di Cornigliano.
G. D.