20 anni di carcere in tre per sequestro. Vittima indagata per spaccio, chiedeva sesso in cambio di droga
Sequestrarono un imprenditore della Val di Magra. In corso il processo alla vittima indagata per droga
Circa un anno fa i carabinieri della Compagnia di Sarzana, al termine di una complessa indagine, arrestarono un operaio rumeno di 56 anni e due marocchini, di 24 e 38 anni, dopo che i tre avevano sequestrato a scopo di estorsione e rapinato V.L., imprenditore della Val di Magra.
I tre stranieri presero in affitto dall’uomo un capanno posizionato nella tenuta santostefanese e a sua insaputa lo adibirono a deposito di numerosi chili di hashish, destinati ad essere spacciati nella vallata (un pacco di cartone con scritto 30kg sarà rinvenuto dagli investigatori durante l’indagine).
Lo stupefacente stoccato nel capanno venne però sottratto e i tre trafficanti accusarono del fatto il locatore, attirandolo in una trappola e sequestrandolo per 5 ore.
Uno di loro andò a casa dell’imprenditore a S. Stefano M. e, dopo averlo convinto a seguirlo a Lucca, lo accompagnò nella baracca del complice rumeno, sita lungo il fiume Serchio, oggi abbattuta perché completamente abusiva. Qui i tre lo interrogarono per tre ore e, sotto la minaccia di un fucile, lo presero a calci e pugni nel tentativo di fargli confessare la sottrazione del loro stupefacente, Visto che non ammise responsabilità, i tre si “accontentarono” di rapinarlo di 100 euro contenuti nel portafoglio.
Contemporaneamente i carabinieri di Sarzana, impegnati in un’indagine su un traffico di droga della Val di Magra, captarono una significativa conversazione che permise loro di scoprire quanto era accaduto. A quel punto l’indagine seguì due distinti filoni: uno sui tre malviventi per sequestro di persona e uno sullo spaccio di sostanze stupefacenti, in cui si scoprì coinvolto l’imprenditore sequestrato/rapinato.
Quest’ultimo venne fermato, poco dopo, a bordo del furgone con cui faceva l’ambulante in giro tra Liguria e Toscana e arrestato poiché trovato in possesso di alcuni pezzi di hashish. Nell’occasione i militari rinvenirono, sul mezzo, un manoscritto in cui l’uomo narrava quanto accadutogli, come una sorta di “testamento”, rivelatosi un tassello utile a definire i contorni della complessa vicenda.
Grazie alla minuziosa ricostruzione dei fatti da parte dei militari che, attraverso indagini tradizionali e tecniche, individuarono i tre stranieri e il luogo del pestaggio, pochi mesi dopo il Giudice di Lucca emise tre ordini di custodia cautelare per sequestro di persona a scopo di estorsione e rapina aggravata, che portò i tre nelle carceri di Lucca e Livorno.
I due magrebini sono stati giudicati dal Tribunale di Firenze con rito abbreviato, ottenendo così uno sconto di un terzo della pena, e condannati ciascuno a 6 anni di reclusione, mentre il rumeno, giudicato con rito ordinario dalla Corte di Assise di Lucca il 25 febbraio, è stato condannato a 8 anni di carcere, per un totale di 20 anni in tre, pene che i tre continueranno a scontare nelle carceri ove già si trovavano detenuti.
Il processo al sequestrato, a sua volta accusato di spaccio di sostanze stupefacenti a numerose donne, casalinghe consumatrici di cocaina peraltro costrette a concedersi sessualmente all’imprenditore spacciatore in cambio di cessioni di droga di cui erano oramai dipendenti, prosegue presso la Procura della Spezia, prossima udienza 16 aprile.
L’italiano, attualmente ai domiciliari dopo alcuni mesi di custodia cautelare nel carcere spezzino, dovrà rispondere non solo dello spaccio di sostanze stupefacenti ma anche dell’aggravante ad effetto speciale, prevede l’aumento della pena da un terzo alla metà, cioè la cessione a persona tossicodipendente al fine di ottenere prestazioni sessuali.
L’indagine si pone in una strategia di forte contrasto al traffico di sostanze stupefacenti che ha visto la Compagnia Carabinieri di Sarzana, anche in questo inizio 2020, rendersi protagonista di sequestri significativi: dal mezzo chilo di cocaina all’operaio italiano seguito da Lerici fino a La Spezia ed arrestato, ai 400 grammi di marijuana ad un altro operaio italiano in località Muggiano di Lerici, ai numerosi arresti di soggetti magrebini nei boschi della Val di Vara.
La droga è il collante economico di tutta una serie di reati a cui è connessa, con i tossicodipendenti che addirittura sono pronti a compiere rapine ad esercizi commerciali (Pub Boteguin a gennaio 2019), pur di procurarsi il denaro, o a vendere il proprio corpo.
G. D.