Miniera al Tarinè Sassello. Linea Condivisa vuole una risposta dalla Regione
Pastorino: “Abbiamo chiesto chiarimenti, per tali azioni ad oggi non esistono soluzioni ambientalmente sostenibili”
In questi giorni si è appreso che la Compagnia Europea del Titanio ha fatto richiesta alla Regione Liguria di effettuare delle ricerche per lo sfruttamento di una miniera di Rutilio (minerale di ossido di titanio).
Linea Condivisa, gruppo consiliare in consiglio regionale, chiede chiarimenti alla maggioranza di via Fieschi, poiché in queste settimane dove tutto il mondo ambientalista, le amministrazioni locali di Sassello e Urbe, oltre ai vari movimenti di cittadini, hanno espresso, per l’ennesima volta da 40 anni in qua, tutta la loro contrarietà, nulla invece è trapelato dai vertici della Regione.
<<In particolare – spiega Gianni Pastorino, consigliere capogruppo di Linea Condivisa – l’Area interessata è il Monte Tarinè, tra Sassello e Urbe, che dal 1995 è il cuore del Parco del Beigua e in quest’area risulta essere presente il più grande giacimento europeo di Rutilio, che è la forma mineralogica con la quale si presenta il titanio. Tali tentativi sono già stati avanzati in anni passati, sin dagli anni ’70 del secolo scorso, periodo a cui risale la prima concessione ventennale mineraria.
Ricordiamo che il Gruppo Montuoso del Beigua è anche riconosciuto come Geoparco mondiale nel 2005 e nel 2015 Unesco Global Geopark. Tali riconoscimenti sottolineano l’enorme valore ecologico, come patrimonio di biodiversità e valore paesaggistico.
Siamo preoccupati – continua il consigliere – che l’apertura di una nuova miniera e uno scavo di un tunnel nel sottosuolo, in nome di un diritto di estrazione che potrebbe interessare l’economia regionale, anche se realizzato con tecnologie all’avanguardia, non siano in linea con le strategie di uno sviluppo sostenibile, in particolare per tale iniziativa non esistono al momento soluzioni ambientalmente compatibili.
Il minerale grezzo potenzialmente estraibile, in teoria sarebbe solo il 6% della roccia e il rimanente 94% andrebbe collocato in discariche molto estese da crearsi nelle vicinanze. Inoltre dal punto di vista sanitario, diversi studi scientifici, hanno evidenziato come il minerale grezzo, nella composizione delle rocce del giacimento risulta la presenza di asbesti (amianto) in una percentuale pari a circa 10/15%, che ha la tendenza a separarsi sotto forma di fibra e minutissimi aghi ed è notoriamente dannoso per la salute.
Abbiamo – conclude Pastorino – immediatamente scritto al presidente Toti, e agli assessori competenti, Piana e Giampedrone, per avere chiarimenti precisi su questo ennesimo esempio di mancanza di una visione sostenibile della Liguria>>.
G. D.