Sassello gemellata con San Giovanni Battista del Brasile
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Risale al 1836 la prima esperienza migratoria italiana, la Colonia Italia, in Brasile
Gemellaggio
Gemellaggio – Nei giorni scorsi ho ricevuto le bandiere del Brasile e dello Stato di Santa Caterina inviatemi da Charles Caviglia Boni, che il 27 novembre scorso è venuto a Sassello alla ricerca delle sue radici ed in quella occasione ha visitato anche il nostro Museo – Biblioteca, lasciandoci in dono alcune pubblicazioni sulla città di San Giovanni Battista.
Egli allora espresse il desiderio di avviare il processo di gemellaggio fra Sassello e la sua Città.
Martedì, 25 febbraio, nel pomeriggio, si è aggiunto un altro tassello in tale direzione con la consegna delle Bandiere a Giorgio Ariberto Moranzoni Commissario del Comune di Sassello.
La consegna è avvenuta presso la sala consiliare del Comune di Sassello in un clima festoso.
Insieme a me, alla semplice cerimonia, ha partecipato anche la presidente dell’Associazione Amici del Sassello Aps Carla Matteoni, in quanto l’associazione avrà un ruolo di primaria importanza, poiché custode degli archivi comunali presso i quali si avvieranno le ricerche necessarie al completamento del procedimento di gemellaggio.
Emigrazione dei sassellesi in Brasile
La Colonia Nuova Italia fu la prima esperienza migratoria italiana in Brasile risalente al 1836. I primi migrati provenivano dal Regno di Sardegna ed in particolare dal basso Piemonte e dalla Liguria.Erano 180 e fra di essi figuravano i cognomi Caviglia e Zunino. Essi si insediarono a poca distanza da quello che oggi è il comune di San Giovanni Battista, nella Valle del Rio Tijucas nello stato di Santa Catarina nel sud-est del Brasile.Partirono dal porto di Genova ed arrivarono a Desterro dove rimasero, alloggiati in capannoni, per sei mesi. Prima di raggiungere la destinazione finale fecero un lungo viaggio all’interno della foresta.Una volta giunti a destinazione, dopo aver faticosamente rubato terreno fertile alla foresta, costruirono le case e si dedicarono ad una agricoltura di sussistenza.Negli anni ‘50 dell’800 iniziarono a comprare bestiame che consentisse loro il trasporto del legname dalla foresta consentendone il commercio. Gli affari legati all’abbondanza di legname erano promettenti a tal punto che una famiglia di coloni, i Zunino, il cui capofamiglia si chiamava Josè Joao, impiantò una segheria azionata da un motore a vapore.Questa piccola impresa generò occupazione: alcuni operai segavano il legname, altri alimentavano la caldaia ed altri ancora trasportavano il legname dalla foresta.Dopo le attività legate al legname, per gli immigrati italiani e i loro discendenti, nel secolo scorso, si presentarono nuove opportunità di guadagno come la produzione del caffè e dello zucchero sebbene, inizialmente, avessero una sola ditta acquirente.La produzione dello zucchero avrebbe superato di gran lunga la produzione ed il commercio del legname. Come era naturale che fosse, la Colonia Italia continuò a progredire e nel secolo scorso scopri la remunerativa manifattura del tabacco.Un’altra occasione di reinventarsi, ci fu negli anni Venti del Novecento quando fecero, timidamente, la loro comparsa attività legate al settore calzaturiero che molti decenni dopo costituirà il fiore all’occhiello dell’economia di San Jao Batista.
Valentina Rossi