Operazione contro la pirateria audiovisiva in tutta Europa, anche Genova e Alessandria

Operazione contro la pirateria audiovisiva in tutta Europa, anche Genova e Alessandria
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22 milioni di utenti. Coinvolte 15 regioni italiane, 270 agenti in 89 perquisizioni, 14 all’estero

Pirateria audiovisiva

– Anche Genova e Alessandria nell’operazione, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, che ha smantellato la più vasta organizzazione criminale transnazionale dedicata alla pirateria audiovisiva.

La stessa si avvaleva di una complessa infrastruttura informatica che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti finali. La polizia croata ha eseguito undici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti indagati.

Captati e rivenduti i palinsesti live tra i quali Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, Paramount, Disney+ con 22 milioni di utenti per un giro di 250 milioni di euro mensili

I fatti

– La Procura distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato, con la compartecipazione degli organi giudiziari e di Polizia di molti paesi europei ed il coordinamento di Eurojust ed Europol, ha eseguito provvedimenti di perquisizione e sequestro su obbiettivi e persone presenti in quasi tutta Europa.

È la più vasta operazione contro la pirateria audiovisiva mai condotta in ambito italiano ed internazionale. Sono intervenuti 270 operatori della Polizia Postale, con la collaborazione delle forze di polizia straniere, ed hanno effettuato 89 perquisizioni in quindici regioni italiane, 14 perquisizioni nel Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania, Croazia e Cina, nei confronti di 102 persone.

Durante l’operazione si sono sviluppati plurimi tavoli di lavoro internazionale che, ad esempio, hanno consentito alla polizia croata di eseguire undici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettanti indagati.

Fermo restando la presunzione d’innocenza degli indagati valevole ora e fino a condanna definitiva, è stata smantellata una complessa, estesa e capillare infrastruttura informatica che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti finali, in ambito nazionale ed internazionale.

Con un sofisticato sistema informatico, quello delle Iptv illegali, venivano illegalmente captati e rivenduti i palinsesti live ed i contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive nazionali ed internazionali, quali Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, Paramount, Disney+.

Secondo l’inchiesta sulla pirateria audiovisiva e gli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, risultava che i soggetti catanesi ed olandesi, con la partecipazione di numerosi altri indagati italiani e di altri paesi europei, attraverso strutture informatiche disseminate in ambito mondiale, conducevano attività ritenute interrotte ieri grazie all’operazione sviluppata attraverso il sequestro di tali strutture.

Oltre 2500 canali illegali e server sequestrati che gestivano la maggior parte dei segnali illeciti in Europa, con i quali i presunti frodatori hanno realizzato un giro illegale di affari di oltre 250 milioni di euro mensili.

L’operazione, pianificata dalle autorità giudiziarie nell’ambito degli organismi internazionali di Eurojust ed Europol, ha visto il coordinamento operativo del Servizio Polizia Postale e per la Sicurezza Cibernetica, ed il supporto della rete operativa @ON (Operation network), finanziata dalla Commissione Europea e guidata dalla Direzione investigativa antimafia.

<<Deve sottolinearsi che alla base di tutta l’operazione vi sono le investigazioni dirette dalla Procura Distrettuale di Catania e condotte dal locale Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Polizia Postale con il diretto coordinamento del Servizio Centrale di Roma – spiegano dalla Polizia Postale -.

Le stesse si sono svolte per oltre due anni ed avrebbero fatto luce, sulla base dei dati investigativi da verificare in sede processuale, su di un sodalizio – qualificato giuridicamente sulla base delle attuali contestazioni di questo Ufficio come associazione a delinquere a carattere transnazionale – con strutture operative ben delineate, una rete informatica distribuita su più paesi ed una organizzazione capillare finalizzata alla rivendita dei segnali attraverso molteplici punti.

Segnatamente secondo la ricostruzione accusatoria, il sodalizio era strutturato sulla base di un legame associativo tra più soggetti residenti e/o domiciliati in Italia e all’Estero, strutturato secondo un modello organizzativo di tipo verticistico, caratterizzato dalla presenza di sodali che rivestivano ruoli distinti e ben precisi, che si sarebbe rilevato  idoneo ed adeguato alla realizzazione di una serie indeterminata di reati, in particolare i reati concernenti lo streaming illegale di contenuti audiovisivi mediante Iptv, accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica e riciclaggio – proseguono -.

Gli approfondimenti investigativi svolti dalla Polizia Postale hanno, infatti, consentito di individuare le sedi estere, in Romania e ad Hong Kong dove sono stati rintracciati nove server attraverso i quali veniva diffuso in tutta Europa il segnale audiovisivo piratato, che il personale della Polizia Postale, con la collaborazione delle omologhe forze di polizia estere, ha provveduto a spegnere.

Sono stati, inoltre rintracciati in Inghilterra ed in Olanda tre amministratori di livello superiore della struttura informatica investigata ed 80 pannelli di controllo dei flussi streaming per i vari canali (Iptv) nella disponibilità degli indagati sull’intero territorio nazionale.

Nel corso delle perquisizioni svolte nella giornata di ieri sono state sottoposte a sequestro, in quanto ritenute profitto dei reati consumati criptovalute per oltre 1.650.000 di euro e denaro contanti per oltre 40.000 euro. Detti proventi sequestrati nella immediatezza rappresentano solo una minima parte di un giro d’affari illegali che ogni anno frutta circa 3 miliardi di euro e provoca oltre dieci miliardi di euro di danno economico alle aziende che gestiscono Pay Tv.

Per eludere le investigazioni, gli indagati avrebbero fatto uso di applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi, utilizzati anche per l’intestazione di utenze telefoniche, di carte di credito, di abbonamenti televisivi e noleggio di server. Il monitoraggio operato dalla Polizia Postale con straordinaria professionalità – concludono – ha consentito, inoltre, di rilevare la presenza su varie piattaforme social di canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita di flussi, pannelli ed abbonamenti mensili per la visione illegale dei contenuti audiovisivi, fruibili anche attraverso numerosi siti illegali di “live streaming”>>.

Queste le città italiane ed i paesi coinvolti:

Catania, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento, Lecce, Taranto, Foggia, Brindisi, Frosinone, Roma, Latina, Cosenza, Salerno, Avellino, Caserta, Matera, Mantova, Milano, Monza-Brianza, Brescia, Torino, Alessandria, Firenze, Massa Carrara, Siena, Livorno, Pisa, Lucca, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Rimini, Sud-Sardegna, Treviso, Genova, Chieti, Perugia, Macerata.

Mentre gli indagati all’estero sono nelle seguenti nazioni: Regno Unito, Svizzera, Svezia, Olanda, Germania e server posizionati in Olanda, Romania e Cina.

 

G. D.